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I Caracciolo dei Forino e Belcastro (CZ) |
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A
volte, navigando in internet, ci si imbatte in notizie
curiose che è bene approfondire. E così capita che, in
siti che descrivono le province calabre, nelle schede
di alcuni paesi ci si imbatta in notizie relative ai
Caracciolo di Forino. I paesi in questione sono Andali
e Belcastro, in provincia di Catanzaro. Una attenta
lettura ha consentito di appurare che Andali era
compreso nel Contado di Belcastro (per sommi campi la
storia di Contrada e Forino, se volete), quindi
l'attenzione è stata rivolta maggiormente a Belcastro.
Dal sito
www.belcastroweb.com, realizzato dal signor
Carmine Stanizzi apprendiamo che è apposto alla
sommità del portale tufaceo cinquecentesco di un
palazzo denominato "Casa Forino" uno stemma dei
Caracciolo di Forino. Come potete osservare nelle
foto, a sinistra c'è il simbolo araldico del palazzo
di Belcastro mentre in basso c'è quello che sormontava
l'ingresso principale del Palazzo dei Principi di
Forino. Evidenti sono le somiglianze tra i due stemmi,
come possiamo tutti constatare.
Chiesto un parere sui due stemmi a
un nostro concittadino, il dott. Lucio d'Amore, egli
ci ha scritto:" ... ricordo di aver visto diversi
anni fa a Napoli, nel Palazzo Caracciolo (in Via
Pontenuovo, una traversa di Via Foria, poco lontano da
Piazza Carlo III) un grande stemma della famiglia
affrescato sotto il soffitto dell'atrio d'ingresso.
Comunque, venendo ai due stemmi che mi hai inviato, ci
sono delle evidenti similitudini (il leone rampante
che guarda a sinistra; le tre bande che hanno lo
stesso orientamento). Ma nello stemma di Belcastro il
leone impugna una palma (simbolo di vittoria) e guarda
a sinistra verso un sole radioso. Inoltre, sopra le
bande sembrano tre uccelli rivolti egualmente a
sinistra (forse anatre, per come sono allineati,
oppure dei falconi, con riferimento alla caccia). E'
probabile che nello stemma siano stati uniti e
integrati simboli di famiglie diverse (quelle che hai
riscontrato nella tua ricerca) a simboleggiare i
legami di parentela o di alleanza. Mi sembra, poi che
il cartiglio con la scritta IHS (Iesus Hominum
Salvator - Gesù Salvatore degli Uomini, oppure Iesus
Hostia Sacrata - Gesù Ostia Consacrata) sormontata da
una croce, costituisca un pezzo distinto dallo stemma
vero e proprio.
Essendo
mutila la parte sinistra, non è possibile decifrare
completamente la scritta "...C MAIORA". E' suggestivo
pensare anche alla frase I(N) H(OC) S(IGNO) (FA)C
MAIORA, che potrebbe significare: "Con questo segno
(la croce) fai cose più grandi", come probabile motto
della famiglia...".
Ma c'è anche la storia a fornirci quei legami che gli
oggetti possono anche confonderci o trarci in inganno.
Nelle pagine di storia del sito di Belcastro, curate
dal signor Raffaele Piccolo, leggiamo che i Sersale
ebbero il titolo di Duca di Belcastro sino al 1673,
anno in cui il duca Francesco morì senza eredi. I beni
della famiglia andarono al nipote Giovan Battista
Caracciolo di Forino, figlio di Vittoria Sersale,
sorella del vecchio duca. |
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I
Caracciolo di Forino governarono Belcastro fino al 1714
con Fabio I, Lella, Carlo e Fabio II. Quest'ultimo, il 9
agosto del 1714, vendette Belcastro con il titolo di
barone al patrizio di Taverna Francesco Poerio, mentre il
titolo di duca restava alla famiglia Caracciolo. Grazie
alle pagine del nostro insigne storico locale Gennaro
Vespucci (vol. I dell'opera "Forino attraverso i
secoli", pagg. 245-273), siamo riusciti a
ricongiungere i destini delle famiglie che governarono
Forino e Belcastro tra il 1673 e il 1714. Francesco Caracciolo, quarto principe di Forino, tra i
suoi molti figli ebbe Ottavio II, che sarebbe poi diventato
quinto principe di Forino, e Tommaso, il quale sposò la
succitata Vittoria Sersale. Da premettere che i due fratelli
Ottavio II e Tommaso erano di vedute completamente differenti,
in quanto Tommaso era un nemico acerrimo degli spagnoli,
al contrario del ramo forinese della famiglia. Mentre Tommaso e
Vittoria ebbero come figli Giovan Battista (primo duca di
Belcastro della famiglia Caracciolo) e Fabio (secondo duca di
Belcastro), Ottavio II generò Ottavio III che nel 1689 diventò
il sesto principe di Forino. Quindi Ottavio III e Fabio I erano
cugini. E i loro figli, rispettivamente Maria e Carlo, nel 1709
si unirono in matrimonio. Ottavio III donò, in occasione delle
loro nozze, a Maria e Carlo il feudo di Forino, impegnandoli a
versare alla sorella di Maria, Giovanna, a titolo di
risarcimento 25.000 ducati, una somma cospicua all'epoca. Maria
Caracciolo, sposa quindi di Carlo Duca di Belcastro, divenne il settimo Principe di Forino. Come si può
notare ci si sposava spesso, o meglio, sempre, tra cugini, al fine di non disperdere
il patrimonio acquisito. E questo era reso possibile dalla
convivenza che avveniva tra le famiglie, generalmente presso la
corte partenopea. Infatti (perlomeno i Caracciolo di Forino a
quanto ci è dato di sapere) i feudatari vivevano nei luoghi da
loro posseduti principalmente d'estate, e "svernavano"
nei loro palazzi napoletani. Oltretutto, comunque, è evidente
che c'era anche un certo "via vai" di persone tra Forino e Belcastro, e
chissà se altri amori meno "nobili" ma anche meno
"interessati" sbocciarono in
quel periodo tra gli abitanti dei due feudi. Maria e Carlo, tra
i tanti figli, ebbero anche Fabio II, che divenne Duca di
Belcastro, e Gennaro, che divenne l'ottavo Principe di Forino.
Non ci è dato di sapere se Fabio II ebbe il titolo per volontà
paterna o divina, fatto stà che nel 1714 vendette il
feudo, ma non il titolo. E qui si concluse la "storia
parallela" di Forino e Belcastro. Nelle pagine di storia
forinesi si legge, di tanto in tanto, di queste
"unioni" estemporanee con realtà sociali
"lontane" dalla nostra. Questa è una di quelle. |
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