Il
carnevale di Forino si festeggia similmente ai paesi
confinanti.
Si distinguono nella tradizione forinese: la
Zeza con i mestieri, la
storia di Carnevale, la
Zingaresca, il
Carcere di Pulcinella, e il
ballo ‘o intreccio.
La “Zeza” è una
rappresentazione tipica di tutti i paesi dell’Irpinia e
della Campania in generale, essa
da paese a paese può cambiare il nome dei
personaggi e le battute dei dialoghi,
ma ha alla base sempre lo stesso canovaccio. Come
è noto
l’azione si avvale di quattro personaggi
principali: Pulcinella, sua moglie Zeza, da cui deriva il
nome dell’intera rappresentazione, la loro figlia
Vicenzella e don Nicola, pretendente della mano di
Vicenzella. La storia narra delle vicende di Pulcinella,
padre geloso e tanto innamorato della figlia che non vuole
farla sposare,
contrariamente alla moglie Zeza, donna intrigante
e ruffiana, che fa in modo che Vicenzella si incontri e
scambi la promessa di matrimonio con don Nicola dottore ('o
studente) in legge.
La Zeza di Forino è in alcune parti cantata ed
in altre recitata, è accompagnata dalla “banda piccola”,
dal "ballo ‘o intreccio" e da vari “personaggi”.
Tutto insieme l’intero gruppo di commedianti e di
ballerini ha costumi e cerchi coloratissimi che li rendono
molto caratteristici e allegri. Accanto ai personaggi
della Zeza (Zeza, Pulcinella, Vicenzella, don
Nicola e lo Scrivanotto) ci sono a Forino anche quelli dei
mestieri, un tempo numerosissimi come lo scarparo, il
ramaro, ‘o pisciaiuolo, ‘o castagnaro, ‘o ricuttare, ‘o
fravecatore, ‘a capere, l’avvocato, ‘a lattare, ‘o
dottore, ‘o primarie, ‘o cardinale, ‘o nutare, ‘o prevete
e ‘a lavannare. Insieme ad essi nel corteo
carnevalesco si distinguono il cacciatore, la donna col
fuso, lo scalettaro e le fioraie che regalano mimose e
raccolgono le offerte che gli spettatori donano al gruppo.
Caratteristica è anche
la Vecchia di Pulcinella, emblema delle
negatività che hanno attraversato la vita della comunità,
la Vecchia infatti è cavalcata da Pulcinella,
contrapposizione che ripropone il contrasto tra Quaresima
e Carnevale.
La storia di Carnevale
Essa è una scenetta in cui si rappresenta il processo
a Carnevale e la sua condanna a stare in casa senza
mangiare e bere e consegnare le chiavi della dispensa.
Carnevale rassegnato accetta la sentenza del Giudice però
prima vuole dare in sposa
la sua figlia che è ancora zitelluccia. A
contendersi la povera Zitelluccia sono ‘o Paglietto e ‘o
Scrivanotto, ma sarà Pulcinella ad averla in moglie perché
(il testo recita…) “come
sempre accade il terzo goderà”.
La Zingaresca
E’ un canto d’amore tra Pulcinella e la Zingara.
Il
carcere di Pulcinella
E’una brevissima rappresentazione in cui il
Giudice camminando intorno al carcere formato dai
ballerini dell’intreccio, con a seguito Zeza, Vicenzella
ed altri personaggi, legge degli articoli con cui libera
Pulcinella dalla prigione.
La Zeza di Petruro di Forino |
Petruro, Vicenzella, 1980 |
Un capitolo a parte
merita la Zeza di Petruro di Forino, organizzata
negli ultimi anni dai Lupetti Petruresi.
Ma come nasce questa tradizione così sentita nella
popolosa frazione forinese? La Zeza fu
introdotta a Petruro verso la fine dell’800 dal
cittadino Alessandro Padiglione che prese spunto
da alcuni testi napoletani. Negli anni ’20 del
Novecento la Mascherata di Petruro venne
riproposta a più riprese, senza però una certa
continuità. Tornando ai nostri
tempi, o 'ntreccio, ballo da cui è stato
dato il nome al gruppo folk petrurese, é uno dei simboli
più importanti del Carnevale Irpino. |
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E’ un ballo
processionale, che prevede appunto l' intreccio
di cerchi decorati con nastri variopinti, che creano
un effetto particolare ed unico. La velocità dell'
intreccio é vertiginosa e continua, alimentata dalla
tarantella forinese, e cioè la Martignanese,
che per tradizione si suona ancora oggi il Lunedì in
Albis durante la tradizionale gita fuori porta in
località Martignano. Il gruppo folk é formato da più di
40 persone tra ballerini, musicisti e personaggi
tipici del Carnevale forinese (Pulcinella, Zeza, Don
Nicola, Scrivanotto, Vicenzella, Giudice,
Scignasbruvignata, ect ect). I personaggi principali
di questa farsa sono quattro: don Nicola, lo studente
calabrese; Zeza, la madre ruffiana; Pulcinella, il
padre e la figlia civetta e innamorata. La
rappresentazione, interamente cantata, si sviluppa tra
vari contrasti. Infatti, don Nicola è pazzamente
innamorato della figlia di Pulcinella ma quest’ultimo
non vuole che la ragazza si sposi. Zeza, al contrario
di suo marito, trama incontri per lo scambio della
promessa di nozze con lo studente; don Nicola,
cacciato di casa per l’ennesima volta, ritorna armato
di fucile e spara a Pulcinella tra le gambe. La farsa
si conclude con la costrizione di Pulcinella al
consenso delle nozze. Gli strumenti utilizzati dalla
banda musicale, denominata Banda Piccola sono
la ciaramella, la grancassa, il rullante, i piattini e
il triccabballacche. Al fenomeno
petrurese si sono interessati anche studiosi di
antropologia di fama internazionale, tanto che una
figura rappresentata dalla Zeza petrurese è stata
oggetto di un capitolo del libro Pulcinella - La
misteriosa maschera della cultura europea
dell’olandese Hetty Paerl. L’attenzione è posta su
Il carcere di Pulcinella a Petruro di Forino,
dove, immortalate le varie fasi del ballo dal
compianto fotografo-antropologo napoletano Gianni
Rollin, viene descritta dettagliatamente questa parte
del rituale carnevalesco, fornendo un'analisi
antropologica dei significati di questa esibizione,
unica nel suo genere poiché nessun altro gruppo
folkloristico la rappresenta. |
Le foto nella pagina provengono dagli archivi dei "Lupetti
Petruresi 1964" e della "Pro Loco" di Forino, da loro
gentilmente concesse. |
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Processione
carnevalesca a Forino negli anni '70 |
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Il carcere di
Pulcinella, 2005 |
Petruro, momenti della
Zeza, 1980 |
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