Palazzo ex Cassa di Risparmio

La Forino del XIX secolo, sotto alcuni aspetti, si presentava come un paese "illuminato". Vuoi per interesse proprio non sbandierato, vuoi per effettivo incoraggiamento allo sviluppo del commercio e delle classi meno abbienti, alcuni notabili locali guidati dal Cav. Alfonso Parise pensarono di costituire una "Cassa di Risparmio e Prestiti", fondata nel 1878, ma con Regio Decreto emesso nel 1882 e firmato da Umberto I. Dopo anni di attività, intorno al 1907, i dirigenti ebbero il problema di individuare una giusta area per realizzazione della sede dell'istituto, e questa fu individuata in Piazza Tigli, a ridosso della Chiesa del SS Rosario, proprio sotto la Torre Civica. Il progetto del fabbricato fu affidato dal funzionario bancario Giovanni Goione all'ingegner Girolamo Iacuzio. Per realizzare il fabbricato si rese necessaria, però, una bonifica dell'area. Bonifica da cosa? In questa zona della piazza vi era un piccolo cimitero, destinato probabilmente alla sepoltura di persone appartenenti ai ceti meno abbienti, in quanto sino al 1865 le sepolture avvenivano all’interno delle chiese, e solo successivamente nel cimitero dell’Annunziata. I lavori terminarono nel corso del 1910, con una coda nel corso dell'anno 1911, in quanto si resero necessari alcuni lavori di consolidamento nella parte adiacente alla Chiesa del SS Rosario. Facendo un passo indietro, da un discorso letto ai soci, in occasione dell'avvio dei lavori per la costruzione della sede della Cassa di Risparmio e Prestiti, discorso a firma del presidente Parise, leggiamo che si rese necessario il trasporto delle spoglie mortali la ritrovate presso il cimitero. Il fabbricato fu quindi, a detta del Parise,  “costrutto, ed innalzato su ruderi d’indecorosa vecchia barbarie, che in lurido stato deturpava la principale piazza del paese, ora abbellita”. I locali al piano terra della sede ebbero sin dall'inizio un uso sicuramente differente da quello bancario, come si rileva dalla rendicontazione delle entrate di cassa, relativamente ai pigioni  incassati per l'affitto di quei locali. In seguito, durante il periodo fascista, quei locali furono sede della sezione del Partito Nazionale Fascista di Forino; è da ricordare che appunto in Piazza Tigli si tenevano le “adunate”, per ascoltare dalla voce del Duce alla radio i suoi vari proclami, tra cui quello dell’annuncio dell’entrata in guerra. Tralasciando la gestione economica dai ricavi estremamente limitati, data la concorrenza della Cassa Rurale, altra piccola banca forinese che fu anche al centro di uno scandalo, e dagli intenti che oramai erano ben lungi da quelli di aiuto alla popolazione, con l'avvento del regime fascista la Cassa forinese venne fusa con La Cassa di Risparmio e Prestiti del Banco di Napoli. In data 31 dicembre 1977 cessò di esistere in Forino anche il Banco di Napoli, dando inizio a un lungo periodo di abbandono dei locali posti al piano superiore del fabbricato.

 

Nel dopoguerra i locali che dapprima furono destinati alla sede del fascio ospitarono per molti anni prima la Società Operaia e poi il "Bar Sport". E siamo giunti, finalmente, ai nostri giorni, e all'acquisto del fabbricato da parte di un nostro stimato concittadino, il Dott. Domenico Nardone. E finalmente, dopo anni di abbandono e di scarsa manutenzione, per il fabbricato giunse il momento di conoscere nuovi fasti, acquisendo un'estetica mai avuta sin dalla sua costruzione. Fasti che hanno trovato sfocio nell'inaugurazione del 19 di settembre 2003. Infatti il dott. Nardone in quella data ha qui trasferito la sua farmacia. Ma ora, dopo questi accenni storici, passiamo a descrivere questo palazzo, il quale consta di due piani. Presenta a piano terra un porticato con archi a tutto sesto e tutta la fronte principale è scandita da un ordine gigante di lesene scanalate e sormontate da ricca trabeazione. Il tetto è a falde con coppi e la facciata è di colore giallo paglierino con decorazioni in grigio. Sul frontone è presente una lapide commemorativa del fondatore della Cassa di Risparmio forinese, il cav. Alfonso Parise, apposta due anni dopo la sua morte (1925).