Chiesa di Santa Maria Castro Forini
Le origini della Chiesa di Santa Maria Castro Forini sono
controverse, essendo per alcuni risalente alla battaglia di Forino del 662 d.c e
per altri sarebbe stata eretta intorno al 1000. Resta il fatto che dopo il
crollo susseguente all’evento tellurico del 1980, dal 1999 la chiesetta, di
patronato della famiglia Fanelli, è tornata al centro della tradizionale
scampagnata del Lunedì in Albis. Il primitivo progetto oggi appare sobrio ed
essenziale, con alcuni elementi neoclassici come l’antico portale d’ingresso in
tufo pipernoide che riporta in rilievo le effigi di San Nicola di Bari vescovo
di Mira e Sant'Aniello. All’interno nell’unica navata troneggia l’altare
centrale rinnovato nel 1875. Susseguentemente al rifacimento, le pareti sono
state affrescate dal maestro Giovanni Spiniello; sull’altare è posta la
Madonna del Castello, mentre le pareti presentano scene della Via Crucis.
Sotto la chiesa vi è una cripta sepolcrale alla quale si accede dall’esterno.
Una imponente arcata in legno sorregge la copertura. Tornando al dibattito sulla
sua origine, è alquanto misteriosa la sua posizione in aperta campagna. Di certo
si trova in un punto di passaggio utilizzato con una certa frequenza in passato,
data l’assenza sino al 1808 di una vera strada di comunicazione con Bracigliano
(SA) e visti i tanti sentieri che dipartono verso questa località dai dintorni.
Il casale forinese più vicino è il Casale d'Amato, fondato intorno al XVII
secolo con scopi di isolamento per i colpiti dai morbi pestilenziali
dell’epoca. Una delle supposizioni circa questa sua dislocazione è spiegata
dall'ipotesi che nella zona insistesse un campo romano-bizantino, giustificata
da alcuni ritrovamenti. Le prime notizie scritte sulla chiesa fanno riferimento
a un censimento compiuto nel 1228 dal Maestro Bernardo Canonico di Salerno.
In questo documento viene certificato il possesso da parte dell'Arcivescovo di
Salerno delle chiese di "... Santa Maria di Forino, Santo Stefano, San Nicola
e di San Silvestro della stessa terra". Nel 1255, dopo la morte dell’abate
Adenolfo, Guglielmo Francisio, signore di Forino, con istanza proposta
all’arcivescovo di Salerno, ne concesse la cappellania al sacerdote Giovanni
Cimino di Forino. Anche sotto il dominio angioino fu riconosciuta di collazione
regia, tant’è che nel 1277 la cappellania venne concessa al reverendo Gervase
de Saumeriac, a testimonianza delle attenzioni regie per i suoi privilegi
feudali, consistenti nella riscossione della decima sulla baliva, sulla vendita
del legname delle foreste e sui beni feudali di Forino sottoposti alla regia
cappella. Nel 1295 il Rettore fu il conte Matteo de Protojudice di Salerno.
Nell’anno 1299 risulta possessore della regia cappella il Magister Alberico
de Cataluno. Nello stesso anno il re Carlo II d’Angiò la sottopose alle
dipendenze della Corte regia, poi, nel il 1305 si hanno notizie sul
riconoscimento della Chiesa ancora come di collazione regia e della concessione
a favore di Laurentio Acconciajoco di Ravello. Nell’anno 1346 a causa
della morte del chierico Perrone de Assana la cappellania si era resa
nuovamente vacante e la regina Giovanna ne fece donazione al clerico Ponsetto
de Polisalto. Successivamente, il 15 novembre 1395, in occasione della sua
visita al monastero dell’Annunziata in Nola, il re Ladislao di Durazzo, su
preghiera di Nicola Orsini conte di Nola e Signore di Forino, donò il patronato
sulla chiesa al collegio dell’Annunziata delle Canonichesse Lateranensi di Nola,
trasferendo loro tutti i diritti regi. Il re Ferdinando I il 16 maggio 1468
confermò il privilegio concesso a Nicola Orsini, annotando nell’atto di
confermazione anche la rinunzia di don Antonio Vulcano patrizio di Sorrento, il
quale erroneamente la aveva ottenuta dal monarca, a favore delle suore
dell’Annunziata di Nola per il tramite del conte Orso Orsino. Nel 1536 le
Canonichesse affidarono l'amministrazione della Chiesa regia al conte Giovanni
Fanelli ed ai suoi familiari che tuttora ne hanno il padronato. In epoca
recente, a seguito del terremoto del 1980, il solaio collassò all'interno, e per
quasi venti anni di essa ne furono padroni l'immondizia e le sterpaglie. Questo
fortunatamente è solo un ricordo, e il fabbricato può di nuovo ospitare i fedeli
che qui si recano sempre numerosi da sempre. Ma quali sono le origini della
festa? Secondo il Vespucci, "...il giorno del lunedì in Albis, continuando
una antichissima tradizione che risale all'anno 1400, nel primo pomeriggio, i
forinesi e festaioli di paesi vicini, raggiungono la località "Martignano" ove è
situata l’antichissima chiesetta. Dopo reso omaggio alla Madonna di
Costantinopoli che, nella mattinata, è stata portata in processione a Martignano
la folla dei convenuti si abbandona ad una schietta e sana allegria. Si
consumano i resti dei dolci pasquali, noccioline e lupini... si praticano giochi
popolari e si balla, nello spiazzo latistante la chiesetta, al suono
caratteristico e anche bello del "rancascione", che è una piccola banda musicale
composta dal suonatore di tamburo, dal suonatore del tamburello, dal suonatore
dei piatti e dal suonatore di una trombetta di legna a puca". |