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Il Cippo Miliare Borbonico di Celzi (11.7.2024)
 

Negli ultimi tempi vi ho mostrato, e raccontato in video, di quelle che erano le strade di comunicazione pedonali tra la piana di Montoro e quella di Forino, ovvero le varie mulattiere che dal montorese conducevano verso il nostro paese. Questi racconti sono stati oggetto di discussione, e qualcuno ha contestato una mia affermazione, che la costruzione della Laura e della Strada dei due Principati risalisse alla prima metà del XIX secolo, spostandola nel tempo al 1928. Giusto, se parliamo della "Strada Statale" dei Due Principati, istituita come ente in quell’anno. Caparbiamente, ho reperito un inventario del Genio Civile relativo al periodo 1783-1922, curato dall’Archivio di Stato di Salerno. Qui, a chiare lettere, leggiamo che tra le varie strade di cui si conservano atti “tra le quali la più importante e senza dubbio quella dei due Principati (b. 338 bis), la cui costruzione iniziò nel Decennio Francese” (1806/1815). Ci precisa, con il suo intervento Antonio Scafuro, di aver appreso da un altro opuscolo dell'Archivio di Stato che la realizzazione della strada è da porsi tra il 1819 e il 1822, anno in cui venne inaugurata da Ferdinando II. Trova fondamento un'altra notizia di cui non ho più i riferimenti bibliografici, ma che indicava come l’ing. Luigi Oberty, molto attivo nella nostra zona in quell’epoca (si dice abbia “firmato” anche il progetto della Forino-Sarno) sia stato tra coloro che contribuirono alla realizzazione di questa importante via di comunicazione. Una prova ne è, appunto, la progettazione del Ponte della Ferriera, costruito per superare il fiume Fenestrelle e realizzato proprio sul percorso della Strada dei Due Principati. E ancora, nello stesso inventario sono conservati una serie di documenti che ci rendono la cronistoria degli interventi di manutenzione tra il 1859 e il 1866. Spesso si doveva intervenire per ripulire la strada dal materiale alluvionale proveniente dal torrente “Le Valli”, ovvero il vallone che si suppone sia stato luogo di passaggio dell’Acquedotto Romano. Queste le prove documentali. E quelle fisiche? Una l’abbiamo sotto gli occhi da sempre. Il Cippo Miliare di epoca borbonica di Celzi. Talmente centrale e visibile che forse non ci abbiamo mai fatto caso. Da notizie reperite in uno scritto riguardante il medesimo argomento, i cippi miliari borbonici furono sistemati, dopo il 1840, su tutte le strade del Regno delle due Sicilie con partenza dalla Capitale Napoli. Furono posizionati a distanza di mt 1851,8 l’uno dall’altro. Il cippo era in pietra calcarea e il suo numero indicava la distanza di quel punto da Napoli, Capitale del Regno. Queste notizie “cozzano” su quanto visibile sul cippo, che reca un “5” (la conferma ci viene dal dott. Mauro De Filippis, studioso di archeologia con origini forinesi). Probabilmente questa numerazione era frutto del fatto che questa strada nascesse dall'incrocio, nella città di Avellino, con la Strada Regia delle Puglie. Rimane il fatto che questo è l’unico cippo nel territorio forinese. O meglio, se consideriamo che Contrada era un casale di Forino sino al 1848, i cippi sarebbero stati tre. Il precedente e il successivo si dovevano trovare uno di fronte il cimitero di Contrada, l’altro nella prima curva della Laura andando verso Montoro, non è chiaro se in territorio forinese o montorese. Un grazie al signor Giacinto Esposito che ci ricorda che "il primo cippo venendo da Avellino lo si trova al primo svincolo del quadrivia a destra sulla salita della Polverista (tra l'altro, "abbattuto" da un neo-patentato forinsese nel 1988 circa), il secondo stava di fronte al cimitero di Bellizzi, un terzo di fronte al meccanico prima di Villa Capuano e un altro poco dopo il cimitero di Contrada (questo lo avevamo intuito). Questi ultimi scomparsi. Quello di Celsi doveva essere il quinto". Un’altra “spigolatura” riguardante il nostro paese, apparentemente banalità, e che invece hanno un loro perché e ci propongono un po' di storia.


 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante strada e Camogli


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