Negli ultimi tempi vi ho
mostrato, e raccontato
in video, di quelle che
erano le strade di
comunicazione pedonali
tra la piana di Montoro
e quella di Forino,
ovvero le varie
mulattiere che dal
montorese conducevano
verso il nostro paese.
Questi racconti sono
stati oggetto di
discussione, e qualcuno
ha contestato una mia
affermazione, che la
costruzione della Laura
e della Strada dei due
Principati risalisse
alla prima metà del XIX
secolo, spostandola nel
tempo al 1928. Giusto,
se parliamo della
"Strada Statale" dei Due
Principati, istituita
come ente in quell’anno.
Caparbiamente, ho
reperito un inventario
del Genio Civile
relativo al periodo
1783-1922, curato
dall’Archivio di Stato
di Salerno. Qui, a
chiare lettere, leggiamo
che tra le varie strade
di cui si conservano
atti “tra le quali la
più importante e senza
dubbio quella dei due
Principati (b. 338 bis),
la cui costruzione
iniziò nel Decennio
Francese” (1806/1815).
Ci precisa, con il suo
intervento
Antonio Scafuro,
di aver appreso da un
altro opuscolo
dell'Archivio di Stato
che la realizzazione
della strada è da porsi
tra il 1819 e il 1822,
anno in cui venne
inaugurata da Ferdinando
II. Trova fondamento
un'altra notizia di cui
non ho più i riferimenti
bibliografici, ma che
indicava come l’ing.
Luigi Oberty, molto
attivo nella nostra zona
in quell’epoca (si dice
abbia “firmato” anche il
progetto della
Forino-Sarno) sia stato
tra coloro che
contribuirono alla
realizzazione di questa
importante via di
comunicazione. Una prova
ne è, appunto, la
progettazione del Ponte
della Ferriera,
costruito per superare
il fiume Fenestrelle e
realizzato proprio sul
percorso della Strada
dei Due Principati. E
ancora, nello stesso
inventario sono
conservati una serie di
documenti che ci rendono
la cronistoria degli
interventi di
manutenzione tra il 1859
e il 1866. Spesso si
doveva intervenire per
ripulire la strada dal
materiale alluvionale
proveniente dal torrente
“Le Valli”, ovvero il
vallone che si suppone
sia stato luogo di
passaggio
dell’Acquedotto Romano.
Queste le prove
documentali. E quelle
fisiche? Una l’abbiamo
sotto gli occhi da
sempre. Il Cippo Miliare
di epoca borbonica di
Celzi. Talmente centrale
e visibile che forse non
ci abbiamo mai fatto
caso. Da notizie
reperite in uno scritto
riguardante il medesimo
argomento, i cippi
miliari borbonici furono
sistemati, dopo il 1840,
su tutte le strade del
Regno delle due Sicilie
con partenza dalla
Capitale Napoli. Furono
posizionati a distanza
di mt 1851,8 l’uno
dall’altro. Il cippo era
in pietra calcarea e il
suo numero indicava la
distanza di quel punto
da Napoli, Capitale del
Regno. Queste notizie
“cozzano” su quanto
visibile sul cippo, che
reca un “5” (la conferma
ci viene dal dott.
Mauro De Filippis,
studioso di archeologia
con origini forinesi).
Probabilmente questa
numerazione era frutto
del fatto che questa
strada nascesse
dall'incrocio, nella
città di Avellino, con
la Strada Regia delle
Puglie. Rimane il fatto
che questo è l’unico
cippo nel territorio
forinese. O meglio, se
consideriamo che
Contrada era un casale
di Forino sino al 1848,
i cippi sarebbero stati
tre. Il precedente e il
successivo si dovevano
trovare uno di fronte il
cimitero di Contrada,
l’altro nella prima
curva della Laura
andando verso Montoro,
non è chiaro se in
territorio forinese o
montorese. Un grazie al
signor
Giacinto Esposito
che ci ricorda che "il
primo cippo venendo da
Avellino lo si trova al
primo svincolo del
quadrivia a destra sulla
salita della Polverista
(tra l'altro,
"abbattuto" da un
neo-patentato forinsese
nel 1988 circa), il
secondo stava di fronte
al cimitero di Bellizzi,
un terzo di fronte al
meccanico prima di Villa
Capuano e un altro poco
dopo il cimitero di
Contrada (questo lo
avevamo intuito). Questi
ultimi scomparsi. Quello
di Celsi doveva essere
il quinto". Un’altra
“spigolatura”
riguardante il nostro
paese, apparentemente
banalità, e che invece
hanno un loro perché e
ci propongono un po' di
storia.