Memorie che ritornano grazie a un ciuchino (pubblicato
la prima volta nel giugno 2008, ripreso il 23 febbraio 2025)
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Ovvero,
il ritrovamento degli appunti di un ritrovamento.
Nel giugno del 2008, il ritrovamento dei resti di un
asinello in contrada Petrosa, mi indusse di tentare
di riportare alla memoria della collettività
forinese un evento accaduto negli ultimi anni del
XIX secolo. Su di esso, non essendo stato ritrovato
fino ad ora nessun riscontro documentario, se ne
serba il ricordo grazie al fatto che è stato
tramandato oralmente. Diamo
ordine
ai fatti. Dalla stampa (Ottopagine-Irpinianews) si
apprese che in un fondo della contrada posta ai
piedi del monte Romola, un contadino intento ad
arare il suo fondo rinvenne un mucchio d’ossa, poco
al di sotto del livello del suolo. Solo l'ispezione
compiuta da alcuni sanitari dell'ASL AV2 permise di
appurare che i resti ritrovati non fossero umani, ma
appartenenti ad un asino e vecchi di più di un
secolo. Citando testualmente: "Sembrerebbe che
l’animale sia deceduto a seguito di una alluvione e
di un movimento franoso di vaste dimensioni. Gli
storici sono già al lavoro mentre sul posto si sono
portati anche alcuni funzionari della Sovrintendenza
ai Beni Archeologici per cercare di inserire il
ritrovamento in un elenco di fatti già noti."
Nel nostro piccolo cercammo di dare un contributo a
questo fatto, apparentemente di poco conto, ma
importantissimo se preso con una chiave di lettura
differente da quella della spigolatura e della
notiziola. Ci riferiamo all'ennesimo segnale che
indica l'instabilità idrogeologica della nostra
valle. Qui siamo di fronte ad un avvenimento che
solo le persone più anziane di Forino ricordano,
semplicemente perché gli fu raccontato, in quanto il
fenomeno franoso che torna alla memoria avvenne tra
la fine del XIX e l'inizio del XX secolo
(nell'Archivio di Stato è conservato un documento
del 1853, ma non è detto che ci sia collegamento tra
i due eventi). Da un costone del Monte Romola, come
si può vedere nella foto d'epoca, venne giù una
frana con un fronte che si può stimare di circa 200
metri in larghezza. Una ricerca più approfondita
potrà dirci se vi furono danni alle persone, ma di
certo vi furono per altri esseri viventi.
Da allora, ovviamente, siamo ancora in attesa dei
risultati delle analisi della Soprintendenza.
All'epoca della notizia i social erano pressoché
inesistenti e le notizie si diffondevano
differentemente. Quindi abbiamo formulato un appello
tramite il profilo facebook, qualcuno ha memoria di
questo ritrovamento? Può fornirci la sua
testimonianza?
Siamo fortunati, vi evidenzio qui la risposta di un
lettore, il quale ci fornisce la sua testimonianza.
<Io ricordo una espressione tramandata da mia
nonna: "l'acqua ne facette care' e carpene". Dove i
Carpini è proprio quella zona del monte Romola, dove
ora si scorge un costone roccioso con qualche
grotta. Una zona che prende anche il nome di "'e
camerelle">
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