Congrega del
Monte dei Morti
detta anche di Santa Maria del Rifugio
Dopo decenni, a seguito di un lungo restauro causato da tanti piccoli imprevisti che lo hanno rallentato,
viene restituita alla comunità forinese la piccola
cappella incastonata tra la Scuola Elementare di
Via Marconi e la Chiesa di Santo
Stefano. Questo fabbricato,
architettonicamente annesso alla
chiesa, è stato sede della Congrega del
Monte dei Morti, detta anche di Santa Maria del Rifugio.
Le sue linee esterne e i suoi interni
sono riconducibili come epoca al
rifacimento della Chiesa di Santo
Stefano operato nel XVIII secolo.
Non
si hanno molte notizie del fabbricato,
quindi, ma sull'attività della
congrega si. Venne eretta nel 1629,
per rimanere abbandonata dopo la
peste del 1656, forse per il gran
numero di morti, "...per la
lagrimevole perdita della numerosa
gente cagionata in quel tempo dal
contagio onde spopolato ne rimase
il paese si vide un tanto bene
posto in dimenticanza e dismesso...".
Nel 1734 venne
rinnovata, quando "...taluni
cittadini devoti si unirono tra
loro e si affaticarono a rinnovare
quella Congregazione che avevano
già i loro Maggiori istituita ed a
buono costumi frequentata...".
Nel Notamento dei Pii Luoghi
Laicali voluto da Ferdinando
IV nel 1783 essa viene indicata
come "congregazione distinta
con due titoli cioè uno del SS.mo
Sagramento e l'altro del Monte dei
Morti". Denominazione questa
comune a molti documenti
dell'epoca. La Congrega era in
possesso di molte dotazioni, che la rendevano
une delle più ricche nel panorama
forinese. Questo dato di fatto è
fornito anche dall'avere a
disposizione una cappella come
sede, alla pari della Congrega del
SS Rosario, che probabilmente era ancor più ricca.
In comunione con quest'ultima,
inoltre, possiede anche una
cappella funeraria nel cimitero.
La dizione attribuitagli di Santa
Maria del Rifugio si ritrova in un
documento relativamente più
recente, risalente alla seconda
metà del XIX secolo, ma le
motivazioni di ciò sono
sconosciute, anche se la solennizzazione dell'attività
congregale veniva effettuata l'8
di settembre, festività di Maria
Vergine, così come deliberato
contemporaneamente alla sua
rifondazione nel 1734. Grazie alla
testimonianza personale di un lettore, si è appreso
dell'usanza, in occasione dei funerali, di indossare le
tuniche con un copricapo,
-
ci davano le vesti per vestirci da "fratielli", con il
capo coperto che sembravamo dei "boia"...
-, tradizione durata fino alla fine degli
anni '60 del Novecento. La
congregazione esercita
tuttora il suo ministero, seppur
limitato alla partecipazione alle
processioni patronali e del 14 di
marzo.
Ora, finalmente, grazie alla partecipazione di numerosi
volontari coordinati dal parroco Padre Gianluca Zanni, la
cappella è stata riaperta al culto dagli inizi di novembre
2012, dove viene officiata nelle ore serali la messa dei
giorni feriali.
Nella pagina alcune foto
della cappella prima e dopo il restauro
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