Congrega
del SS Rosario
E' una chiesa certamente antica, presumibilmente
antecedente al secolo XVIII, ubicata nel Corpo di Forino,
agglomerato di case sorto intorno al Palazzo Feudale. La facciata è
del tipo a capanna con, al centro, un semplice portale in pietra con
arco a sesto ribassato che presenta in chiave uno stemma a rilievo,
presumibilmente quello comunale stilizzato, o meglio come veniva
rappresentato all'epoca. Ai lati sono presenti coppie di lesene
bugnate e, sopra il portale, un finestrone centrale con un piccolo
occhio nel frontone terminale. L'interno è a una sola navata, con
fregi di pregevoli stucchi lavorati e con altare e balaustra in
pregiato marmo, finemente lavorato. Una
volta vi si conservavano tele settecentesche di Vincenzo De Mita e
del Vegliante: negli altari laterali vi erano tre dipinti su tela ed
un dipinto su legno. Il dipinto in legno, a sinistra della navata,
era certamente il più prezioso, rappresentava la Madonna del
Carmine ed era da attribuirsi al pennello del Vegliante; sulla
destra della navata vi era una tela raffigurante la Incoronazione
della Vergine. Il quadro, risalente all’incirca al 1750, era
arricchito di figure nobili dell’epoca e poteva anch’esso
attribuirsi al Vegliante. Sempre sulla destra vi era un’altra tela
raffigurante la “Madonna Addolorata con Crocefisso”; questa
tela, pur non presentandone la firma, poteva attribuirsi al De Mita
perché conteneva tante linee simili ai quadri che si conservano
ancora oggi nella Chiesa di Santo Stefano. Così come una tela
raffigurante ”Sant'Antonio di Padova”. Sono tali e
tanti gli elementi di similitudine con le opere conservate nella
vicina chiesa di Santo Stefano, da rendere più che probabile
l'attribuzione al De Mita. Importante inoltre il dipinto (cm. 152 x
cm. 126), ad olio su tela, che raffigura il “Miracolo della
Madonna della Neve” apparsa a Papa Liberio. L'evento è legato
alla storia della fondazione della Basilica di S. Maria Maggiore di
Roma. Sulla tela Papa Liberio è circondato da numerosi personaggi e
notabili, nei costumi dell'epoca in cui venne commissionato il
dipinto. La scena vede la Madonna, in alto col Bambino
benedicente, mentre viene incoronata da due angeli. Sullo sfondo è
un paesaggio con abitazioni, mentre ai lati sono dipinti degli
alberi. In basso, centrale rispetto alla tela, il Papa, in abiti
riccamente decorati, regge tra le mani la prima pietra della
fondazione e, in primo piano, tre pale conficcate nella terra
indicano l'imminente inizio dei lavori. La tela è conservata presso
la Dogana dei Grani di Atripalda. Nell’anno
1876, venne abbattuto il vecchio campanile, che vi si trovava
annesso, ed il Comune, su concessione della chiesa che ne era
proprietaria e su progetto dell’architetto Girolamo Iacuzio, fece
costruire la Torre Civica sulla base del vecchio campanile. La
chiesa ne conservava il diritto di suonare le campane. Il terribile
sisma che colpì l’Irpinia nel 1980, rese inagibile la struttura: nel
tentativo di salvare il salvabile, la Soprintendenza ai Beni
Culturali ha posto nei sui archivi gran parte delle preziose tele
conservate nella chiesa e, per 28 anni, non vi si sono potute
officiare celebrazioni di sorta. Fu quindi interrotta anche la
tradizione che vedeva, nel lunedì dopo Pasqua, l’immagine della
“Madonna di Costantinopoli”
del Rosario partire in processione dalla propria chiesa, verso
quella di Santa Maria Castro Forini in località Martignano.
Da allora, infatti, la cerimonia è partita dalla chiesa di Santo
Stefano. La chiesa è stata riaperta
al culto domenica 30 marzo 2008 e, in quella occasione, sono riprese
le antiche consuetudini ed hanno ritrovato la loro collocazione due
statue: quella della “Madonna di Costantinopoli”
precedentemente citata, (altezza cm. 165), è realizzata in legno
scolpito e dipinto (il busto) e in raso con ricami in filo d'oro
zecchino (le vesti e il manto). Il suo autore è ignoto. Presenta una
veste chiara riccamente decorata nella parte frontale con
decorazioni a tralci vegetali e fiori, meno fitte verso l'alto. Il
busto presenta la stessa decorazione e un colletto bianco di
merletto, mentre al di sopra ha un manto celeste decorato come la
veste. La Madonna è rappresentata con i capelli sciolti, una corona
in metallo sul capo e con il palmo delle mani rivolto verso l'alto.
E quella di “San Vincenzo”, (altezza cm.155), realizzata in
legno (il busto, le mani e i piedi) e in cotone (le vesti). La
statua rappresenta il Santo, in abito talare, con la fiammella sul
capo, simbolo dello Spirito Santo, mentre indica con la mano destra
il crocifisso che regge in quella sinistra. |