E chi è costui?
Un feudatario di
Forino! Nella
Divina Commedia?
Anche questo è
vero, anche
questa è
storia! Guy de
Montfort,
italianizzato in
Guido di
Montfort, conte
di Nola e sesto
signore della
Terra di Forino,
nacque nel 1243.
È stato un
condottiero
inglese, figlio
di Simone V di
Montfort e
signore di
Leicester, e di
Eleonora
d'Inghilterra.
Partecipò nel
1265 alla
battaglia di
Evesham contro
le forze di suo
zio, il re
Enrico III
d'Inghilterra, e
suo cugino, il
principe
Edoardo, durante
la quale sia suo
padre che suo
fratello
maggiore vennero
uccisi e i loro
corpi vennero
vilipesi venendo
trascinati nel
fango, a
punizione della
loro ribellione.
Anche Guido
venne ferito e
fatto
prigioniero. Fu
rinchiuso nel
Castello di
Windsor
fino alla
primavera del
1266
quando corruppe
i suoi guardiani
e riuscì a
fuggire in
Francia,
dove si
ricongiunse alla
propria famiglia
in esilio. Con
suo fratello
Simone di
Montfort il
giovane
si spostò per
l'Europa
partecipando a
varie campagne
militari. Per il
valore
dimostrato nella
Battaglia di
Tagliacozzo,
nel 1269 ebbe
come premio il
feudo
di
Nola
e la Terra di
Forino.
Nonostante
questa
investitura,
sembra che egli
non abbia mai
messo piede a
Forino,
esigendone però
le gabelle.
Entrò al
servizio di
Carlo d'Angiò
quando fu
Vicario in
Toscana,
e qui sposò nel
1270
una nobildonna
della contea
della Maremma,
Margherita
Aldobrandeschi,
dalla quale ebbe
due figlie:
Anastasia,
sposata a
Romano Orsini
(dopo qualche
secolo anche gli
Orsini divennero
feudatari di
Forino) e
Tomasina, Sempre
nel 1270
partecipò
all'assedio e
alla distruzione
della città di
Poggiobonizio
e divenne
signore di
Sansepolcro.
Viene ricordato
a
Firenze
come firmatario
della crudele
condanna contro
due dei figli di
Farinata degli
Uberti,
perseguitati
perché
ghibellini.
Nel
1271
Guido e il
fratello Simone
vennero a sapere
che loro cugino
Enrico di
Cornovaglia
si trovava a
Viterbo.
Essi si
diressero subito
verso la città
laziale
desiderosi di
vendicare
l'offesa subita
dalla loro
famiglia durante
la sconfitta
nella
battaglia di
Evesham.
Appena lo
trovarono,
durante la messa
nella
chiesa di San
Silvestro,
sguainarono le
spade e lo
uccisero mentre
egli si
aggrappava
all'altare
chiedendo pietà.
Guido non fu
punito per
l'omicidio, ma
venne
scomunicato dal
papa per aver
consumato un
così efferato
delitto in un
luogo
consacrato. Dopo
la scomunica si
rifugiò in
Maremma
presso suo
suocero. Venne
assolto più
tardi della
scomunica e
tornò al
servizio di
Carlo d'Angiò.
Nella primavera
del
1283
fu nominato da
papa Martino IV
comandante delle
truppe
pontificie.
Partecipò alle
operazioni
militari volte a
riportare sotto
il controllo
papale
Forlì
e
Cesena,
le ultime città
ghibelline
di
Romagna.
Durante la
Guerra del
Vespro
fu fatto
prigioniero
dagli
Aragonesi
il 23 giugno
1287, nella
battaglia navale
di Castellammare.
Morì in prigione
a
Messina
tra il
1288
e il
1291.
Dante Alighieri
lo collocò tra
gli assassini
nel VII cerchio,
quello dei
violenti,
immerso fino
alle spalle nel
sangue bollente
del
Flegetonte,
isolato rispetto
agli altri
dannati per la
ripugnanza della
sua crudeltà.
Per citarlo
Dante non usa
nemmeno il suo
nome, ma fa
un'articolata
perifrasi:
«Colui fesse
in grembo a Dio
/ lo cor che 'n
su
Tamisi
ancor si cola»
Si deve
intendere come
colui che
durante una
funzione
religiosa
trafisse il
cuore che ancora
sul Tamigi è
venerato (voce
del verbo
"colere" secondo
l'italiano
antico) oppure
cola perché non
vendicato
(secondo i
chiosatori
moderni).
Giovanni Villani
infatti
riportava come
il cuore di
Enrico fosse
stato posto in
un'urna dorata
sul
Ponte di Londra.
Guido di
Montfort è anche
menzionato nel
Decameron
di
Boccaccio,
ed è un
personaggio de
"I vespri
siciliani“,
Grand Opéra in
francese di
Giuseppe Verdi.
Torniamo per
finire a Forino,
nel luglio del
1271. Guido e la
sua famiglia
soggiornarono
nel castello di
Monteforte.
All’epoca Nola,
Monteforte e
Forino erano
tutte sotto la
sua signoria.
Quindi
l’Università di
Forino ebbe
l’ordine di
mandare ogni
mercoledì e ogni
venerdì “il
Fodro” al
castello di
Monteforte, che
consisteva
nell’obbligo di
fornire per la
Corte del Re 250
pani, due some
d’orzo, due
castrati,
galline, uova e
altri generi. E
dovevano
portarglieli
anche a piedi
attraverso
il monte Esca…
per questo vi
rimando a un
video
significativo
presente nel
profilo facebook
di
SalutiDaForino.
https://www.facebook.com/100004332278658/videos/809312127969304/