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Profilo
di Girolamo Iacuzio |
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Non è mia presunzione
scrivere profili biografici di forinesi in qualche modo illustri. Il
profilo dell'ingegner Girolamo Iacuzio è nato quasi per caso, seguendo le
tracce lasciate dalle varie sue opere architettoniche, dai suoi scritti, e
da quanto hanno scritto di lui i suoi contemporanei.
L’ingegnere Girolamo Iacuzio, uomo dalle capacità e dallo spirito
versatili, nacque a Forino il 9 ottobre 1859. Si laureò presso
l’Università degli Studi di Napoli in Ingegneria. E’ di questo periodo la
sua donazione al Comune di un pregevole rilievo topografico al goniometro,
in scala 1:1000, dell’abitato di Forino. Nel 1882 gli venne affidata la
progettazione della Torre Civica in Piazza Tigli, la cui costruzione venne
portata a termine nel 1889. Nel 1892, per i tipi della Tipografia Pontieri
di Napoli, fu da lui presentato assieme all’ing. Alfredo Fiorentino, il
“Progetto di Ferrovia Economica a Scartamento Ridotto Somma-Lauro-Avellino”.
Tale progetto prevedeva appunto la realizzazione di una linea ferroviaria
che
permetteva il
collegamento dei comuni
della cintura vesuviana alla città di Avellino. Il progetto prevedeva, nel
tratto che interessava il comune di Forino, lo sbocco da galleria nel
tratto di Santa Cristina, la realizzazione della stazione nella proprietà
Parise, a monte dell’abitato, presso la via vecchia di Monteforte
(l’antica mulattiera?), l’aggiramento della Sella di Parianico e il
superamento della strada provinciale per Monteforte a Petruro mediante la
realizzazione di ponti in ferro con 12 metri di luce, e il passaggio della
linea sempre a monte dell’abitato di Petruro, realizzando qui un posto di
fermata. Era inoltre prevista una variante per Monteforte, la quale
prevedeva il superamento della Sella di Parianico in galleria, fino a
sboccare sul versante delle Breccelle di Monteforte. Tale progetto, come
tanti altri che si sono succeduti e “vociferati” nel tempo, soprattutto
durante le campagne elettorali di qualche anno fa, sono rimasti lettera
morta, e a Forino non rimase altro che il “contentino” di associare il
proprio nome alla stazione ferroviaria di Montoro Inferiore. Intanto, nel
1891, il Iacuzio ebbe l’incarico per la redazione del progetto per la
costruzione dell’edificio scolastico, che nel 1892 fu modificato per la
realizzazione di un piano superiore destinato alle attività comunali.
Altra progettazione del Iacuzio è quella dell’Acquedotto di Petruro e
Celzi, presentato al Comune l’8 ottobre del 1906, i cui lavori iniziarono
nel 1911 e furono portati a compimento nel 1917. Passata la Grande Guerra
del 1915-18, dopo un periodo di commissariamento del Comune, venne eletto
Sindaco nel 1920. Ed è nella relazione del Commissario Straordinario Cav.
Dott. Aurelio Morelli, che si encomia l’onestà del Iacuzio, in quanto
essendo uno dei candidati principali alla prima carica comunale, mise in
secondo piano gli interessi derivanti dalla sua professione, non
accettando nessun incarico durante l’amministrazione straordinaria del
Comune. Anzi, come si evince dalle parole del Morelli, “… si è veramente
prodigato per la compilazione dei progetti e dei conti e per l’assistenza
di quasi tutti i piccoli lavori, prestando consiglio ed opera
preziosissimi, senza il minimo compenso o rimborso spesa…”. Quale miglior
riconoscimento potevano portare alla sua persona i forinesi se non
eleggerlo alla loro guida? La carica di Sindaco fu detenuta
ininterrottamente sino al 14 luglio del 1926, quando, con l’avvento del
fascismo, venne nominato Podestà, altra carica che tenne sino al 20 maggio
1931, quando, divenuto “indesiderato” venne defenestrato in favore
dell’insegnante Antonio Carpentieri. In questo periodo della sua vita,
segnato dalla sua presenza nell’ amministrazione pubblica di Forino, subì
la perdita della sua adorata consorte Giovannina Fanelli nel 1924, così
come riportato dalle cronache dell’epoca. In occasione della sua nomina a
Podestà, scrisse di lui l’allora corrispondente da Forino per il “Corriere
dell’Irpinia”, Gaetano Lanzetta: “Con vivissima gioia abbiamo appreso
che a Podestà del Comune è stato prescelto il nostro carissimo amico Cav.
Ing. Girolamo Iacuzio. La scelta davvero ottima sotto tutti i riguardi, ha
commosso molto profondamente l’animo nostro poiché sappiamo di quali
eccezionali doti è formato il carattere di questo nobile gentiluomo.
Amministratore sagace ed illuminato, colto ed intelligente egli durante
tutto il periodo del suo sindacato ha dato ineccepibili prove di onestà e
rettitudine. Ed oggi che abbiamo l’alto onore di salutarlo romanamente al
nuovo posto di comando non possiamo trattenere un entusiasmo ch’è tutto
materiato di pura fede fascista. Girolamo Iacuzio uomo di salda e
complessa dottrina ben meritava di ascendere il seggio podestarile poiché
a differenza di qualche testardo cervellone medioevale, ha ben compreso la
funzione dell’amministratore moderno. Di questa funzione specialmente egli
si è reso esattamente consapevole poiché lontano dalla stupida concezione
di voler fossilizzare l’amministrazione in una sterile attività puramente
protocollare ha voluto con mano ferma e taglio deciso por fine al caotico
andazzo del passato. Ed ecco che mentre le passate amministrazioni si
dibattevano in una incompetenza tutta propria ostinandosi ad ammortizzare
dei fruttuosi capitali e tenendo soffocata la cittadinanza in un’atmosfera
d’ignoranza e di incivilimento, d’altro canto invece il Podestà mira alla
costruzione di opere pubbliche che sono sintomi di civiltà e di benessere
per il popolo. Ma oggi la riscossa è suonata! Gli animi che fino ad ora
avevano trepidato e che speravano in un probabile ritorno d’un regime
innominabile ed obbrobrioso oggi che le loro vane lusinghe sono
miseramente e clamorosamente cadute non possono fare a meno di unirsi
all’impetuosa sorgente del nostro entusiasmo ed acclamare il primo
cittadino di Forino. Iddio ha voluto che questo fato si compisse non
solamente perché il nostro paese respirasse un’aria meno inquinata ma
anche perché ha visto che l’uomo adatto alla psicologia del nostro popolo
era appunto quel degno figlio di Girolamo Iacuzio. E noi fascisti che alla
causa del fascismo abbiamo dato e diamo le migliori ore della nostra
giovinezza non possiamo trattenerci dal versare lagrime di tenerezza per
questo lietissimo evento. E giuriamo di essergli fedeli, devoti e
disciplinati soldati, pronti a tutto per la grande causa, pel nome
soprattutto d’Italia a cui offriamo in olocausto le nostre ventenni
giovinezze. Ma per mantenere questo sacro giuramento occorre essere
disciplinati di quella disciplina che abbiamo appreso nelle caserme quando
per la prima volta indossammo la gloriosa divisa militare. E noi siamo
sicuri della devozione del popolo buono e laborioso, tenace e forte come
la durezza delle sue rocce, plaudente e fedele a chi ha messo il nostro
paese sulla via della civiltà e della grandezza.”. La sua poliedricità
lo portò a pubblicare in questi anni due saggi riguardanti la “Riforma
della legge forestale” e un commento circa gli atti del “Comizio
Agrario di Avellino”, entrambi argomenti di vitale importanza
nell’economia forinese di allora. Nel 1930 raccolse in un volumetto, “Ricordi
giovanili”, alcune liriche da lui composte nell’arco di tempo che va
dal 1874 al 1903, scrivendo in una brevissima prefazione: “Negli ultimi
giorni della mia esistenza ho pensato di raccogliere alcuni scritti che
ebbi occasione di fare fin dalla prima gioventù, perché, se vi è qualcuno
che vorrà ricordarsi di me, possa compatirmi, convinto che i sentimenti
espressi in quegli scritti dominarono sempre la mia vita infelice”.
Girolamo Iacuzio passò a miglior vita a Forino il 5 febbraio del 1938. Le
sue opere, di certo, hanno contribuito a non farlo dimenticare.
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