Palazzo Municipale

La storia del Palazzo Municipale è variegata di imprevisti e colpi di scena. Inizialmente vi era necessità di costruire un edificio scolastico adeguato al numero di studenti che allora frequentavano le scuole forinesi, e il Consiglio Comunale deliberò in data 15 febbraio 1882 un progetto di massima per la sua realizzazione. Il  terreno,  di  17 are di superficie, venne acquistato nel 1889 da Biagio De Natale per la spesa, da alcuni ritenuta “eccessiva”, di lire 6000. E questi “eccessi”, bisogna dire che hanno accompagnato sempre il palazzo sino al giorno dell’abbattimento. Con delibera del 1 maggio 1891, il Consiglio Comunale affidò all’ingegnere Girolamo Iacuzio l’incarico per la redazione del progetto per la costruzione dell’edificio scolastico. Il progetto, che prevedeva la costruzione di un  edificio  con  un  unico  piano rialzato, comportava una spesa di lire 45.000 venne approvato nella seduta consiliare del 11 settembre 1891. Come abbiamo accennato già precedentemente, l’enormità della spesa suscitò le perplessità di un gruppo di consiglieri che, con un accortezza che a qualcuno sembrò eccessiva, posero in rilevanza il fatto che non vi era urgenza di provvedere alla costruzione dell’edificio, perché le scuole funzionavano regolarmente. Il consigliere Aniello Parise, relatore dell’ordine del giorno, rispose dicendo “… tenga presente il Consiglio Comunale il gran passo che l’amministrazione percorre nella via della civiltà coll’approvare la costruzione di un edificio che varrà certamente a dare nuova spinta ed ordine alle scuole elementari comunali …”. Comunque sia, fu anche chiesto un contributo dello Stato. Ma nel 1892 insorsero difficoltà burocratiche e venne persa la possibilità di ottenere tale contributo.

Palazzo Municipale

 

Il Palazzo Municipale costruito nel dopo terremoto

Il Consiglio Comunale, dovendo affrontare per intero la spesa, ritenne vantaggioso e opportuno completare l’edificio con un primo piano, per sistemarvi la sede municipale, allora collocata dal 1876 nel fabbricato di proprietà Iacuzio (l’appena ricostruito “Palazzo del Glicine” in Via Roma, nome odierno attribuitogli dalla presenza, in passato, di un bellissimo albero che completava l’estetica dell’antico palazzo). La decisione venne determinata anche dal maggiore spazio che necessitava la sede comunale che aveva ampliato i servizi pubblici. Il nuovo progetto fu riaffidato al Iacuzio, e la realizzazione del fabbricato venne eseguita dall’imprenditore Nicola Botta. I lavori vennero ultimati e collaudati nel 1894. Al piano rialzato vennero sistemate le scuole elementari, come da primaria destinazione d’uso; il primo piano venne invece destinato a sede municipale e gli uffici vi vennero trasferiti nel settembre del 1894. Fu allora che lo spazio antistante venne denominato Piazza Municipio. Ma i tormenti non finirono qui. Nel 1896, i dissesti finanziari derivanti dalle spese per la realizzazione del nuovo edificio e per l’arredamento degli interni iniziano a pesare sul bilancio comunale. Si tentò di reperire maggiori entrate con un più attento controllo del dazio e si ridussero al minimo le spese, fermando realizzazione di altre opere di pubblica utilità molto importanti. Fu addirittura sospeso il servizio di pubblica illuminazione, vanto dei nostri avi in quanto uno dei primi realizzati nella provincia avellinese. Aumentarono i dissensi tra l’amministrazione e la popolazione, i quali generarono violenti tumulti. Ed è certo che in quel periodo i tumulti furono molto violenti, tant’è che il 20 marzo 1898 fu approvata la spesa per la sostituzione di centoventi lastre alle finestre della casa comunale, la quale fu danneggiata da facinorosi che si sfogarono così nei confronti della pubblica amministrazione. Questo dissesto finanziario portò al commissariamento del comune, il quale solo dopo un periodo di accortezze riuscì a risollevarsi. Per il resto del suo tempo, l’edificio non subì trasformazioni radicali. Intorno al 1923, con la costruzione della Scuola Elementare di Via Marconi, anche il piano rialzato venne occupato dagli uffici municipali. Le sole trasformazioni all’estetica derivarono semplicemente dalle diverse sistemazioni che ebbe l’antistante spazio di Piazza Municipio. La fine del palazzo non fu decretata dal terremoto del 23 novembre 1980, il quale comunque provocò gravissime lesioni all' edificio, ma dalle scosse successive. In particolare quella del 12 febbraio 1981 provocarono ulteriori dissesti, rendendone necessario l'abbattimento, completato il 27 dello stesso mese. Scomparve così una delle più stilisticamente belle e funzionali case comunali della provincia. Ma così come quando fu costruito, anche allora vi furono polemiche a non finire per il suo abbattimento. Non ci è dato sapere quali interessi portarono a questa decisione, anche se molto probabilmente si sarebbe potuta salvare almeno la facciata del palazzo, pur dovendo ricostruire tutto il resto. Di certo c’è che l’attuale edificio nulla conserva del precedente, fuorché i cancelli posti alle tre porte ad arco dell’ingresso.