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Semplici ripari o qualcosa di più lontano? (11.7.2024)
 

Nel panorama agreste e boschivo forinese non è raro l’imbattersi in casupole di minuscole dimensioni. Figlie dell’oblio del tempo, e nate da una elementare necessità, erano ripari notturni per i contadini, gli attrezzi da lavoro e gli animali in un tempo in cui esisteva una consolidata abitudine. Quella della nostra operosa gente di lasciare il paese la mattina presto per recarsi nei campi, per poi ritornare al calare delle tenebre. In caso invece si rendesse necessario, per qualche motivo, di pernottare in campagna, non si sarebbe dovuto riposare sotto le stelle. Questo fortunato incontro ci riporta quindi alla memoria, sicuramente, una parola spesso ripetuta dai nostri ascendenti, “’o pagliaro”. Venivano realizzati in diversi modi, o in muratura a pianta quadrata o erano semplicemente delle capanne in legno con il tetto in paglia. Di queste ne erano visibili moltissime sino a qualche anno fa, ora è raro imbattersi in manufatti di questa natura “ecologica”, in quanto la modernità ha lasciato il passo al cemento, con tutto quello che ne consegue per il dissesto idrogeologico. Ma, di tanto in tanto, ne compaiono anche alcuni di forma tronco-conica. E su questi vogliamo porre l’attenzione. Anche loro semplici ripari, o qualcosa di mutuato da un passato e da un popolo che ha vissuto la nostra terra, e che ancora la vive anche nelle tradizioni? Molte di queste costruzioni contengono caratteristiche strutturali che le rendono più simili a torri di guardia territoriale ma anche a ripari per la caccia. Infatti, parlando un po’ dell’argomento con persone che hanno questa “passione”, ne hanno sottolineato l’utilizzo di alcune per la caccia in appostamento al colombaccio. E qui, dove la mia immaginazione risulta essere fervida, mi è venuto di suppore questa teoria. Ovviamente, ribadiamolo, è una base di partenza per chi voglia sviluppare uno studio appropriato di quanto vado a formulare. Quindi, colombacci, torrette, insediamento longobardo nel nostro territorio, e passione di questi ultimi per questo tipo di caccia, ma non è che ci troviamo ad avere testimonianze su questo popolo tramite una tradizione che si è perpetuata nel tempo? Non possiamo dire di trovarci di fronte a una tradizione così radicata e architettonicamente importante come quella della vicina Cava de’ Tirreni, ma questo ci induce ad una riflessione. In questi ultimi tempi, nel girovagare per il paese e le campagne, ne ho incontrate alcune. E quindi, invio un invito a tutti coloro che vorranno fornire le loro competenti considerazioni e idee nel merito.