Uno dei luoghi maggiormente
rappresentati nelle cartoline d’inizio secolo è la piazza più
importante del territorio forinese, la Piazza Tigli. Spinti dalla
curiosità, siamo andati a spulciare nei testi e tra le notizie a nostra
disposizione, su come è nato e come si è trasformata nel tempo questo
luogo. Partiamo dal toponimo: è risaputo che nella tradizione nordica,
specialmente nella Sassonia, era di rito la riunione dei saggi e dei
guerrieri all’ombra dei grandi tigli molto diffusi in quelle zone. E
tale tradizione è stata importata molto probabilmente con le prime
infiltrazioni longobarde nel nostro territorio, successive alla famosa
battaglia di Forino tra Bizantini e Longobardi del 667, terminata con la
schiacciante vittoria di quest’ultimi. Dai vari testi storici su
Forino è risaputo che le riunioni dei parlamenti dell’Università
forinese si tenevano nel piazzale antistante la Chiesa di San Pietro,
susseguentemente trasformata nella Collegiata della SS Annunziata,
all’ombra dei grandi tigli lì posti a dimora. In tali testi si legge,
inoltre, che grandi tigli erano posti a dimora in varie località
ricadenti sotto la giurisdizione forinese, come Contrada, Celzi e
Petruro. Anche a Forino vi era un luogo del genere, ma non è
specificata la zona. E’ pensabile che l’area attualmente coperta
dalla piazza debba essere stata almeno sino al XVI secolo occupata da
appezzamenti agricoli, in quanto il Corpo di Forino era racchiuso tra
mura e il Casale della Palazza iniziava ben oltre l’attuale piazzetta
antistante la Chiesa di Santo Stefano. Le prime notizie documentate
sull’esistenza della piazza emergono dagli Atti della Principal Corte
Feudale e risalgono al “29 gennaro 1782”,
quando “… nella bottega lorda al largo delle teglie…”
affittata da Nicola D’Amato, Antonio Riccardo Pietra venne ferito alla
testa da Giuseppe Siniscalchi.
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Successivamente,
il 27 settembre 1789, quattro individui armati si fermarono a mangiare
presso “… la taverna che si esercita da Giovanni Nicolosi
nella piazza della teglia…”. Per
la cronaca i quattro iniziarono a rubare “nocelle e castagne”,
e successivamente, messisi in fuga, furono inseguiti dagli armigeri del
feudatario e tutto finì a “scoppettate”. L’incedere del tempo ci conduce al periodo della proclamazione
della Repubblica Partenopea, avvenuta nel 1799. In quei giorni,
nonostante la maggior parte dei forinesi rimase fedele ai Borbone, si
piantarono nelle piazze gli alberi della libertà. I luoghi prescelti
per questa operazione furono presumibilmente il largo Ponte e la Piazza
Tigli, che all’epoca vennero denominate “Piazza dell’Olmo” e
“Piazza delle Foglie” o viceversa, questo non ci è dato di saperlo.
La vita della repubblica fu breve, e appena serpeggiò nella popolazione
la notizia del ritorno del Re, gli alberi furono immediatamente
abbattuti. Giungiamo così al 1882, epoca dell’abbattimento del
vetusto campanile della Chiesa del Rosario, resosi necessario per
l’inizio della costruzione della Torre Civica, della quale vi abbiamo
detto nei numeri precedenti. Nell’ area adiacente il campanile vi era
un piccolo cimitero, destinato probabilmente alla sepoltura di persone
appartenenti ai ceti meno abbienti, in quanto sino al 1865 le sepolture
avvenivano all’interno delle chiese, e solo successivamente nel
cimitero dell’Annunziata. Qualche anno dopo, in occasione della
costruzione della sede della Cassa di Risparmio e Prestiti ( l’ex
edificio del Banco di Napoli), si rese necessaria un’ulteriore
“bonifica” della zona, e le spoglie mortali furono trasferite nel
cimitero. La sede fu quindi “…costruita e innalzata su
ruderi d’indecorosa barbarie, che in lurido stato deturpava la
principale piazza del paese…”. La piazza cambiò nome tra il 1909 ed il 1929, per essere
dedicata al Cav. Uff. Alfonso Parise, fondatore e presidente del
summenzionato istituto di credito. Nel 1923 il suo aspetto variò
ulteriormente con la costruzione della nuova scuola elementare in luogo
ad un edificio visibile sulla foto a voi proposta. Per la cronaca i
lavori di costruzione della scuola furono portati a termine nel 1935. E
ancora, durante il periodo fascista, i locali che sino a qualche anno fa
ospitavano il “Bar Sport”, sempre nell’edificio della banca, erano sede
della sezione del Partito Nazionale Fascista di Forino; è da ricordare
che appunto in Piazza Tigli avvenivano le “adunate”, per ascoltare dalla
voce del Duce alla radio i suoi vari proclami, tra cui quello
dell’annuncio dell’entrata in guerra. Sempre nel “ventennio”,
esattamente nel 1939, venne deliberata la titolazione della piazza al
trasvolatore Italo Balbo, ma tale variazione non venne mai ratificata
dal prefetto. Facendo un passo indietro, e considerato che abbiamo dato
notizie circa gli edifici della scuola elementare e della banca, è
opportuno segnalare altri tre edifici di rilevanza e maestosità che si
ergono o si ergevano nell’area della piazza.
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Proprio al centro di essa troviamo
il Palazzo Parise, il quale fu costruito in più riprese; il Palazzo
Siniscalchi, dal pregevole portale alle cui basi insiste lo stemma
della famiglia; infine il Palazzo Fanelli, del quale abbiamo ricordo
solo fotografico, abbattuto conseguentemente ad danni riportati dal
terremoto del 1980, e nella cui area ora sorge un’anonima palazzina.
Punto d’aggregazione sociale di primaria importanza nella
quotidianità forinese, nella piazza si sono tenute del corso del
tempo varie manifestazioni e feste. Memorabile nelle cronache
provinciali dell’epoca fu quella del 1930, lasciamo al cronista
dell’epoca il compito di raccontarci l’accaduto:
“L’incidente
a Forino alla banda di Napoli - I festeggiamenti in onore del Patrono, a Forino – ove tra gli altri danni
del terremoto v’è una Chiesa pericolante e chiusa al culto! –
dovevano svolgersi con eccezionale grandiosità e con l’intervento
delle musiche di Napoli e Nardò. Sulla piazza dei Tigli era stato
eretto un palco sul quale doveva essere occupato dal concerto di Napoli.
L’altra sera, mentre parte della banda si trovava a posto,
improvvisamente il palco sprofondò, trascinando seco una trentina di
suonatori. E’ facile comprendere l’allarme e la confusione. Il
concerto tornò immediatamente a Napoli, e quattro feriti furono
ricoverati all’Ospedale dei Pellegrini. Crediamo che l’autorità
abbia accertata la responsabilità dell’accaduto, che avrebbe potuto
avere ben più gravi conseguenze.” (Corriere
dell’Irpinia, 23 agosto 1930)
Sino a qualche decennio fa nella piazza vi era anche un’osteria. Negli
ultimi anni si nota un certo “spopolamento” del centro della piazza,
dovuto al trasferimento di alcune attività commerciali che erano li
insediate. Restano infatti solamente le sedi delle due associazioni più
“datate” di Forino come unici punti di ritrovo, e cioè il "Circolo Il
Cimento” e la “Società Operaia di Mutuo Soccorso”. Speriamo che quanto
prima la piazza ritrovi il suo ruolo naturale nel panorama forinese,
quale fulcro della quotidianità e dell’aggregazione sociale. |
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