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Le vestigia del ponte canale di epoca romana (22.4.2024)
 

In questi ultimi tempi un gruppo di volenterosi e appassionati stanno cercando di portare alla luce le vestigia dell’antico acquedotto romano del Serino di epoca Augustea, ricostruendo il suo percorso da Serino, appunto, sino al salto della Laura. Sono in corso dei rilievi sia nel territorio forinese che, soprattutto, in quello al confine tra Contrada (antico casale forinese) e Aiello del Sabato, in località Costa Anitra. Bisogna augurarsi che i rilievi e i ritrovamenti, che stanno coronando con successo il loro lavoro, appartengano principalmente all’antico acquedotto, e non vengano confusi con le più relativamente recenti vestigia dei molini del Principe di Forino. Ritornando al tratto di acquedotto tra Forino e la discesa della Laura, proprio sollecitato da questa nuova primavera di ricerca, e parlando di probabili vestigia disseminate nel territorio con un esperto che cerca di coordinare le ricerche sul campo, gli feci presente un passo del libro del Vespucci (“Forino attraverso i secoli” vol. I) il quale, sempre citando l’Abate, scriveva: “L’acquedotto poiché sbucato da’ monti di Forino, prosegue costeggiando, con rapida pendenza, la montagna di Mortelleto, fino ad incontrare il propinquo vallone Cannavaro, che discende da Bracigliano, il quale traversa con ponte canale ad un arco di cui appaiono le vestigia; e poi ridiscende piegando a manca, verso la pendice orientale del monte Pianella scende giù per questa mostrandosi di tratto in tratto, a fior di terra, intagliato nella roccia calcarea e così discendendo da enorme altezza arriva al fondo della valle denominata Cupa in tenimento di Preturo”. Tra una chiacchiera e l’altra, un po’ spavaldamente, promisi al coordinatore che avrei effettuato una perlustrazione dei luoghi alla ricerca di queste “vestigia”. Nel pomeriggio del 25 febbraio u.s., per mantenere la parola data, mi sono avventurato nelle profondità del vallone Cannavaro, nel tratto che dal Castelletto Parise scende verso il montorese. Lungo questo canalone, tra la vegetazione, ad un certo punto appare un muro in pietrame irregolare apparentemente legato con malta. L’emozione di trovarsi di fronte alle vestigia descritte dall’Abate circa 180 anni fa, e che potenzialmente possano appartenere a qualcosa di molto più antico, è forte. Ma non bisogna sbilanciarsi. La documentazione fotografica del ritrovamento è stata inviata quindi all’esperto per le valutazioni del caso. Qui in anteprima, alcune immagini del reperto murario, ricadente nel territorio comunale di Montoro. Si precisa che il sito è stato oggetto anche di altre ispezioni (precedenti o successive non ci è dato di sapere), quindi si attendono i risultati anche di altri esperti.


 

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