In questi ultimi tempi un gruppo di
volenterosi e appassionati stanno
cercando di portare alla luce le
vestigia dell’antico acquedotto
romano del Serino di epoca Augustea,
ricostruendo il suo percorso da
Serino, appunto, sino al salto della
Laura. Sono in corso dei rilievi sia
nel territorio forinese che,
soprattutto, in quello al confine
tra Contrada (antico casale
forinese) e Aiello del Sabato, in
località Costa Anitra. Bisogna
augurarsi che i rilievi e i
ritrovamenti, che
stanno coronando con successo il
loro lavoro, appartengano
principalmente all’antico
acquedotto, e non vengano confusi
con le più relativamente recenti
vestigia dei molini del Principe di
Forino. Ritornando al tratto di
acquedotto tra Forino e la discesa
della Laura, proprio sollecitato da
questa nuova primavera di ricerca, e
parlando di probabili vestigia
disseminate nel territorio con un
esperto che cerca di coordinare le
ricerche sul campo, gli feci
presente un passo del libro del
Vespucci (“Forino attraverso i
secoli” vol. I) il quale, sempre
citando l’Abate, scriveva: “L’acquedotto
poiché sbucato da’ monti di Forino,
prosegue costeggiando, con rapida
pendenza, la montagna di Mortelleto,
fino ad incontrare il propinquo
vallone Cannavaro, che discende da
Bracigliano, il quale traversa con
ponte canale ad un arco di cui
appaiono le vestigia; e poi
ridiscende piegando a manca, verso
la pendice orientale del monte
Pianella scende giù per questa
mostrandosi di tratto in tratto, a
fior di terra, intagliato nella
roccia calcarea e così discendendo
da enorme altezza arriva al fondo
della valle denominata Cupa in
tenimento di Preturo”. Tra una
chiacchiera e l’altra, un po’
spavaldamente, promisi al
coordinatore che avrei effettuato
una perlustrazione dei luoghi alla
ricerca di queste “vestigia”. Nel
pomeriggio del 25 febbraio u.s., per
mantenere la parola data, mi sono
avventurato nelle profondità del
vallone Cannavaro, nel tratto che
dal Castelletto Parise scende verso
il montorese. Lungo questo canalone,
tra la vegetazione, ad un certo
punto appare un muro in pietrame
irregolare apparentemente legato con
malta. L’emozione di trovarsi di
fronte alle vestigia descritte
dall’Abate circa 180 anni fa, e che
potenzialmente possano appartenere a
qualcosa di molto più antico, è
forte. Ma non bisogna sbilanciarsi.
La documentazione fotografica del
ritrovamento è stata inviata quindi
all’esperto per le valutazioni del
caso. Qui in anteprima, alcune
immagini del reperto murario,
ricadente nel territorio comunale di
Montoro. Si precisa che il sito è
stato oggetto anche di altre
ispezioni (precedenti o successive
non ci è dato di sapere), quindi si
attendono i risultati anche di altri
esperti.