Tra le tante tradizioni
forinesi, questa sicuramente è una delle più sentite.
Nella settimana a cavallo tra luglio e agosto, il giovedì,
la statua del protettore San Nicola viene portata in
processione dalla chiesa posta sul colle omonimo verso la
chiesa di Santo Stefano, nel casale della Palazza, seguita
da un'affollata processione e attraversando l’intero
paese, frazioni comprese. Il pio rito di trasportarla ogni
anno a Forino è assai commovente. Tutti i cittadini delle
diverse frazioni, con le confraternite ed il Clero, vanno,
nel pomeriggio del giorno stabilito, a rilevarla dal suo
Santuario. I collatori, vestiti con tuniche bianche e
appartenenti a varie confraternite, portano a spalla la
statua del santo, quasi non sentendo gli sforzi, pur
notevoli, che si affrontano soprattutto nel punto in cui
la strada scende con forte pendenza. La processione
pomeridiana attraversa le frazioni di Castello,
Celzi e Petruro, raggiungendo il centro del paese solo
quando è oramai tarda notte. E' uno spettacolo suggestivo
costellato dall'accecante scintillio dei falò, accesi in
vari punti del percorso. Era usanza, un tempo, andare
questuando la legna uscio per uscio. In quelle ore, Forino
diventa una festa di bengala e fuochi d'artificio, mentre
la statua di San Nicola sembra benedire tutti. Al termine
della processione, si attende l'arrivo della fiaccolata
che oramai da una ventina di anni parte da vari siti
religiosi del meridione (la prima edizione ebbe la
benedizione di Papa Giovanni Paolo II). Stanchi e provati
dalle fatiche della marcia, giungeranno al seguito della
processione. Ma come ha origine questa sentita
manifestazione di fede popolare? Bisogna andare indietro
sino al 1866, quando il ferale morbo del colera colpì
significativamente anche Forino. I fedeli del tempo,
ripetendo l’usanza di raggiungere il santuario in
processione, videro debellato il morbo dall’intercessione
del Santo. E fu allora, per la prima volta, che l’antica
statua del santo (rubata poi nel 1976), stilisticamente
orientaleggiante, venne portata in processione per il
paese. L’attuale venne realizzata l’anno successivo, e da
allora viene portata in processione in paese. A
conclusione della serata era d'obbligo, almeno fino a
qualche anno cuocere sotto la brace dei falò patate e
castagne, innaffiandole con l'immancabile buon vino
forinese. Nelle settimane a seguire, poi, vengono svolte
tutte le celebrazioni religiosi che culminano in una nuova
processione limitatamente all’abitato di Forino. L’ultima
domenica di settembre il Santo viene riportato, nuovamente
in processione, nel suo santuario. |
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Alcune foto della processione del 28 luglio 2005 |
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La Processione del 1884 |
La
lettera a seguire ci documenta lo svolgimento delle
prime processioni di questo tradizionale e sentito
avvenimento della comunità forinese. Leggiamo quindi le direttive
impartite alle tre Confraternite demandate alla collatura da parte del Presidente della commissione
per i festeggiamenti. |
Forino, 2 agosto 1884
Alla S.V. è noto che dal giorno 7 al giorno 11 di
questo mese saranno celebrate in questo Comune
feste in onore del nostro patrono S. Niccolò
Magno. Dovendo quindi la statua del Santo essere
portata processionalmente dal monte pel paese e
viceversa, e a maggior gloria del nostro patrono,
il sottoscritto, a nome del Comitato della Festa,
prega la S.V. di dare gli ordini opportuni perché
la Confraternita di cui Ella è a capo prenda
gratuitamente parte alla funzione. Deponendo il
sottoscritto piena fiducia nella S.V. perché tutto
riesca a secondo dei comuni desideri, crede
assegnare l'ore precise delle singole riunioni.
Nel giorno 7 la Confraternita si farà trovar
pronta sul Santuario per le ore 4 p.m. donde
movendo insieme alle altre la Statua sarà
trasportata nella Chiesa di S. Stefano in Forino,
percorrendo prima i villaggi di Petruro e di
Casaldicreta.
Nel giorno 10 si tenga pronta sul piazzale della
suddetta Chiesa S. Stefano per le ore 5 p.m. nella
qual'ora uscirà la processione di pompa
percorrendo le vie di Forino.
Nel giorno 11, alle ore 8 a.m. si trovi sul
piazzale medesimo per riportare la Statua sul
monte girando per i villaggi di Celzi e di
Castello.
Credo pure utile designare gli itinerari a seguir
chi è l'obbligo della collatura da parte della
singola Confraternita.
7 agosto. - La Confraternita del Rosario, dal
Santuario alla Cappella San Giacomo - Nome di Dio,
dalla Cappella S. Giacomo alla Cupa Vetrano -
Refugio, dalla Cupa Vetrano all'incominciar della
prima svoltata - Rosario, dalla prima svoltata
all'aria Fanelli - Nome di Dio, dall'aria Fanelli
all'abitato Petruro - Refugio, per tutto l'interno
di Petruro - Rosario, da Petruro a Casaldicreta -
Nome di Dio, da Casaldicreta alla Chiesa S. Biagio
- Refugio, dalla Chiesa S. Biagio alla Chiesa S.
Stefano.
10 agosto. - Rosario, da S. Stefano al Pozzo -
Nome di Dio, dal Pozzo all'arco del Principe -
Refugio, dall'arco del Principe a S. Stefano.
11 agosto. - Rosario, da S. Stefano al Pozzo, Nome
di Dio, dal Pozzo a tutto l'abitato Celzi -
Refugio da Celzi al termine della prima svoltata
della Costa - Rosario, dalla prima svoltata alla
Cupa Vetrano - Nome di Dio, dalla cupa Vetrano
alla Cappella S. Giacomo - Refugio. dalla Cappella
S. Giacomo al Santuario.
Intanto mi aspetto con tutta premura un cenno di
ricevimento e di accettazione.
Il comitato e il Presidente |
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Bisogna tenere conto, nella descrizione dei percorsi,
di un diverso tessuto urbanistico e di una viabilità
alquanto differente dall'attuale. Ad esempio,
all'epoca non erano state ancora completati ne il
collegamento tra la strada dei Due Principati e il
cimitero, e neanche la strada tra quest'ultimo e
Petruro. Quindi la processione entrava in Petruro dal
lato di Contrada, e uscendo dall'abitato si dirigeva
verso l'antica mulattiera che, seguendo la costa di
Parianico, arrivava direttamente a Casaldicreta. Indi
scendendo per il Casalicchio si immetteva per
l'attuale via Roma sino a giungere a destinazione.
Notare come nell'attuale percorso, Celzi
venisse saltato nella processione di discesa,
salvo poi essere attraversato al ritorno al Santuario. |
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