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Chiesa di San Felicissimo

Recentemente riaperta al culto (23 dicembre 2000), la Chiesa di San Felicissimo si contende con quella di San Nicola a Castello il primato di antichità nel territorio forinese. Una ricostruzione terminata in modo repentino, in quanto per anni i petruresi si sono battuti con tutti i mezzi a loro disposizione, tra i quali anche quelli della raccolta di firme, affinché il loro sogno, quello di riavere una chiesa dove poter pregare, e dove poter festeggiare e piangere i loro cari, si avverasse. Ho definito repentina la ricostruzione anche perché il tunnel della burocrazia non dava sbocchi al completamento dei lavori. Ma parliamo ora della vecchia chiesa, prima che l’oblio del tempo definitivamente cancelli il ricordo di essa. La sua fondazione dovrebbe essere strettamente legata alla presenza del praetorio romano della colonia Veneria Livia Abellinatum, con capoluogo Abellinum, che gli storici, per primo il prof. Scandone, identificano con l’attuale frazione forinese. Il fatto che esistesse un luogo di culto nella zona già dal 300 d.c. troverebbe così conferma, anche se comunque un po’ di confusione gli stessi storici ce ne danno; in alcuni suoi scritti il prof. Scandone, inducendo conseguentemente in errore lo storico forinese Vespucci, ci narra di un viaggio dei Santi Modestino, Fiorentino e Flaviano in una località che dapprima viene identificata come la nostra Petruro, ma che in scritti successivi viene localizzata nei pressi di Mercogliano. Che la località comunque fosse “famosa” lo provano anche gli scritti posteriori di molti secoli, come riferisce tal Leandro Alberti nella sua ”Descrittione di tutta Italia”, scrivendo circa il “…. ritrovamento di un Cimiterio pieno di corpi separati con lastre di terra uno dall’altro, quasi tutti integri che dicono fosse de martiri e quello loco è detto San Felicissimo…”. I primi riferimenti certi sulla chiesa si trovano comunque in alcuni istrumenti notarili datai 1034. Da questi scritti si evince che la chiesa era stata ricostruita sui ruderi del vecchio tempio, e che nella sua cripta fossero seppelliti i martiri San Felicissimo, San Agripito e il pontefice San Sisto (?). Altre notizie circa l’affidamento della chiesa e della cura delle anime sono datate a cavallo della metà del XIV secolo, finchè si giunge al 1783, quando nel notamento dei Pii Luoghi Laicali ordinato da Ferdinando IV viene annotata al “Chiesa di San Felicissimo, amministrata da Laici e preti”. Nel 1792 invece, i fedeli del casale di Petruro si rivolsero alla Camera Reale perché si provvedesse, a spese dell’Università di Forino e del Capitolo della Collegiata di San Nicola, alla riparazione della “cadente chiesa di San Felicissimo”. Le cose andarono (anche allora!) per le lunghe, finchè nel 1797 fu ordinato all’Università e al capitolo, “… con l’aiuto degli abitanti del casale che unanimemente hanno assunto l’impegno…” di riparare la chiesa; aprendo una parentesi, dobbiamo notare che dopo due secoli le cose non sono per niente cambiate, se non ci si rimbocca le maniche non si ottiene niente, neanche il giusto! Comunque, la chiesa iniziò ad assumere l’aspetto che abbiamo avuto modo di ammirare, per lo meno, i più giovani, in cartolina. Era una chiesa a navata unica e molto semplice. Era dotata di un organo a canne costruito nel 1846 e vi era conservata una artistica statua di San Michele, restaurata nel 1939. Vi era un coro ligneo, con davanti l’altare maggiore. Varie erano le opere d’arte lì conservate, nelle apposite nicchie sopra i vari altari laterali: si ricordano una pala raffigurante la Madonna del Rosario, una statua di sant’Antonio del XVIII secolo e l’unico dipinto a muro sopravvissuto in parte al crollo della chiesa, raffigurante Cristo crocifisso e posto all’altezza dell’altare dei morti. Dall’architrave pendeva un Crocifisso in legno, e nel 1949 sul suo campanile venne alloggiato un orologio meccanico. Nel 1957, nei pressi della chiesa, e più precisamente dove ora sorge il complesso scolastico elementare, vennero trovate alcune sepolture che dovevano appartenere al cimitero della chiesa, ma il compiacente silenzio delle autorità del tempo mise a tacere la scoperta con una bella colata di cemento. Giungiamo infine al 1980: il terremoto rende irrimediabilmente inagibile la chiesa, che dopo qualche giorno venne abbattuta. Successivamente, su segnalazione della Pro Loco di Forino, scavi effettuati dalla Soprintendenza appurarono che la chiesa era stata ricostruita ben cinque volte. La cripta, aperta per molto tempo alle intemperie, agli animali e all’immondizia, presentava nella parte superiore un altare e vari alloggiamenti per sepolture. Si potevano notare dei fori che facevano intuire l’esistenza di altri livelli inferiori. Recentemente invece il Gruppo Archeologico “Regio Albana”, nella persona del suo direttore Andrea Santaniello, parla del ritrovamento di un cippo istoriato presente nelle fondamenta della chiesa. I fatti odierni invece ci dicono che finalmente la chiesa è stata riaperta al culto, che ancora una volta il tempo ci dirà se la sovrintendenza avrà intenzione di andare, mai definizione fu più pertinente, a fondo nella ricerca di elementi storici sepolti nella sua cripta, e di scoprire quale sarà il gradimento estetico che avranno i nostri contemporanei nei confronti dell’aspetto del nuovo corpo di fabbrica.

Chiesa di San Felicissimo in Petruro

 

 

 

La nuova Chiesa di San Felicissimo

 

Il campanile della nuova Chiesa di San Felicissimo

 

 
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