Al principio della salita conduce al Santuario di
San Nicola, nella frazione Castello, è posta la
Cappella di San Giacomo a Castello. Da
un documento in possesso dell'avvocato Giandomenico
Fanelli, si apprende che
"nel 1898 il rev. don Paolo Laudati propose una
vertenza contro la famiglia Fanelli presso la Curia
vescovile di Salerno per l'accertamento del
patronato sulla cappella di San Giacomo.
Dall'istruttoria curata dall'Arcidiocesi di Salerno
emerse che la famiglia Laudati aveva il patronato
sulla cappella di Santa Maria Iacobi, attualmente
chiesa di Nostra Signora della Misericordia, mentre
la Cappella di S. Giacomo fu dichiarata
definitivamente di patronato esclusivo della
famiglia Fanelli per essere stata edificata da un
loro antenato. In effetti, dopo la eliminazione
della chiesa di santa Maria Jacobi, vi sono state
delle confusioni con S. Giacomo. La questione
fortunatamente veniva risolta ed archiviata in uno
dei fascicoli relativi ai benefici dei Fanelli
conservati nell'archivio del museo diocesano di
Salerno. Invero, Don Paolo Laudati credeva che Santa
Maria jacopi fosse la cappella di San Giacomo quando
invece si trattava della chiesa di Nostra Signora di
Misericordia che l'aveva sostituita. Infatti il
primicerio del capitolo cattedrale di Salerno don
Marcello Fanelli introdusse il culto a Forino di
Nostra Signora della Misericordia verso la metà del
1800 e ottenne che la chiesa di Santa Maria Jacobi
in Celzi mutasse il titolo (scomparendo) e divenisse
Nostra Signora di misericordia, ampliata e
rimodernata, in seguito divenuta
parrocchia. L'altare di Sant'Anna edificato nella
nuova chiesa ricorda il patronato dei Laudati su S.
Maria Jacobi."
Passata per asse ereditario alla famiglia
Iacuzio, questa la donò al Santuario di San Nicola,
e da questa è passata di patronato alla parrocchia
di Santa Maria della Misericordia e Sant’Anna di
Celzi di Forino. In completo stato di abbandono sino
al 2011, anno in cui fu restaurata, nel notamento
dei Luoghi Pii Laicali, disposto da Ferdinando IV
nell'anno 1783 viene indicata come "Cappella di San
Giacomo amministrata dal Sindaco e per lui dal
cassiere". Non vi si conservavano opere di interesse
artistico. La chiesa era a un'unica navata con
altare ligneo sormontato da un dipinto. Era
sormontata da una trabeazione coperta con embrici.
Il portale era semplice e in pietra con una lapide
in marmo posta appena sopra di esso. La lapide
riporta la seguente iscrizione |
Un’altra lapide all'interno ricordava invece un suo
restauro ad opera di Andrea Fanelli nel 1897. Vi era
anche un sepolcro dove riposavano le spoglie mortali
di Olimpia Fanelli (1785-1866), probabilmente
un’ascendente dell’ultimo restauratore. L’ultima
testimonianza di un suo utilizzo religioso risale al
settembre 1989, in occasione di un battesimo. Da una
foto di quella funzione religiosa si intuisce la
presenza del dipinto sopra l’altare in legno. Il
celebrante era rivolto, come avveniva prima della
Riforma Liturgica avviata dal Concilio Vaticano II,
verso l’altare e non versus populum. Altre
testimonianze parlano della presenza di segni di
sepoltura al piano calpestabile. Tra il 1994 e il
2005, in più riprese, i danni del tempo portarono al
collassamento del tetto al suo interno. Il breve
tratto di selciato antistante la chiesa è
protagonista di alcune leggende legate alla
tradizione religiosa forinese, e segnatamente al
culto di San Nicola di Bari, Vescovo di Myra.
Infatti la cappella si trova proprio all’inizio
dell’ultima salita che conduce al Santuario sul
Colle omonimo. Una delle leggende narra che proprio
in questo luogo sarebbe apparsa, in tempo immemore,
una Madonna Nera, comparsa ad aiutare i penitenti
nel trasporto del simulacro del santo proprio verso
il santuario soprastante. Un'altra leggenda rimanda
a tempi più recenti, e segnatamente agli anni della
II Guerra Mondiale. Narra che i tedeschi,
determinati a posizionare nell'area antistante il
Santuario di San Nicola una batteria di cannoni per
colpire il loro nemico avanzante nella Valle
dell'Irno, furono impediti a proseguire verso la
sommità del colle proprio in questo luogo dal volere
divino sollecitato dall'intercessione di San Nicola,
che evitò così a Forino e ai suoi abitanti di essere
vittima di nuovi bombardamenti. Dopo il restauro
voluto dal parroco di Celzi nel 2011, attuato
tramite il PSR Campania 2007-2013, con analisi
storico-tecnica dell’arch. Antonella Del Percio, la
cappella è stata consolidata, ripulita, ed è stato
ricostruito il tetto. È dei nostri giorni un nuovo
intervento estetico commissionato dal Generale dei
Carabinieri in pensione Luigi Bruno. Egli ha
commissionato a un noto artista della ceramica di
Avellino, Fabio Mingarelli, un pannello policromo in
ceramica composto da 15 mattonelle in terracotta di
cm. 20 x 20 e da altre sagomate che ne formano la
cornice, della misura di cm. 90 x 131. L’opera, dal
titolo “San Giacomo in Forino”, posata nella nicchia
vuota della facciata della Cappella, sopra
l’iscrizione lapidea, riproduce l’olio su tela
dell’artista spagnolo Alonso Cano (1601-1667)
intitolato “San Giacomo il Maggiore” (1665). Al Gen.
Bruno abbiamo chiesto i motivi del suo intervento: “Sono
passati dieci anni dall’ultimo restauro alla
cappella di San Giacomo nel borgo medievale di
Castello di Forino (AV), ora un’immagine del Santo
riempie la nicchia sopra il portone della facciata,
vuota da tempo immemorabile. Non è soltanto una nota
di colore, quanto una ben percettibile scintilla
vitale. Una foglia
che con la sua brillantezza miracolosamente spunta
da un vecchio tronco creduto ormai morto. Uno poi si
stanca di assistere inerme all’abbandono, di
osservare la progressiva rovina dei luoghi della
memoria collettiva, l’annichilimento dei simboli
delle proprie radici e della propria identità. Di
ascoltare quei laconici “è un posto stupendo, ma che
peccato!”, come se la mancanza di interesse e di
attenzione dipendesse da qualcun altro. Ma poi da
chi? Un paio di anni fa, raccogliendo le
sollecitazioni di padre Jean Claude, alcune persone
di buona volontà sono riuscite a ridare dignità alle
cappelline della Via Crucis, che proprio dalla
cappella San Giacomo partono per terminare il loro
percorso davanti al Santuario di San Nicola. Ogni
anno, persone di buona volontà si impegnano a pulire
le immondizie che imperdonabili sconsiderati
lasciano ai margini della strada. Ecco da chi
dipende: da noi. È nostro questo territorio, sta a
ciascuno di noi averlo a cuore ed averne cura.”
È quindi augurio comune che tutti gli abitanti di
Forino riflettano su queste parole. Pensare che
determinate problematiche, che il recupero dei
nostri luoghi e della nostra storia sia un compito
altrui e non dell’intera comunità è discutibile.
Anche il contributo apparentemente più
insignificante serve a far crescere il senso civico
e a mitigare l’abbandono del nostro territorio. |