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Tesori presunti e tesori veri, ma dimenticati (ritrovati undici anni fa...)
(pubblicato il 13 settembre 2007 dal Corriere dell'Irpinia)
 

C’è un gran brusio negli ultimi tempi, a Forino. Un brusio che narra di leggende nella storia. La storia è quella dei Caracciolo, che diedero alla terra di Forino il prestigio dell’elevazione a Principato, il 12 novembre 1609. Le calda estate forinese, come mai negli ultimi anni, ha influenzato, senza dubbio, i racconti serali. E quindi nasce la leggenda, quella del tesoro dei Caracciolo. Sepolto chissà dove, in un palazzo provato dal tempo e violentato dagli uomini. E tanti che si affannano nella sua ricerca, senza pensare a quale sia veramente il tesoro del Palazzo Caracciolo. Le centenarie mura del Palazzo conservano momenti di vita sociale, pagine di libertà e di giustizia (vedi la concessione dello Statuto all’Università da parte del Feudatario nel 1647), lo scorrere della vita di tante persone, forinesi e non. Questi sono i tesori di un Palazzo abbandonato all’oblio del tempo e degli elementi, e di cui tutti i forinesi ambiscono a rinverdirne i fasti. E’ triste vedere profusa tanta attenzione per una storiella estiva, vedere crescere l’interesse dei media per una boutade quando hanno mostrato tanto disinteresse per la Storia, dimenticandola.

13 settembre 1999: l'anfora viene riportata alla luce

La Storia che riemerse dall’oblio del tempo il 13 settembre 1999. Per chi come me, ragazzo negli anni ’70, questa data dice molto: era una data che gli appassionati di fantascienza attendevano con sempre più consapevolezza di rincorrere una delusione annunciata. Secondo una serie televisiva cult di quei tempi, Spazio 1999, il 13 settembre 1999 una terribile esplosione nucleare, causata dallo scellerato accumulo di scorie atomiche sulla faccia nascosta della Luna, avrebbe fatto uscire il nostro satellite dall'orbita terrestre, scagliandolo nello spazio infinito. Ma, come facilmente si poteva immaginare, ancora una volta la fantascienza ha deluso la realtà. Fantascienza, leggenda, identiche facce della stessa medaglia. E quindi ci si apprestava a vivere, apparentemente, un giorno come tanti altri, e così fu per molti. Ma non per chi ha a cuore la storia e le tradizioni di Forino. Gli scavi per il metanodotto, che mille problemi e disagi provocarono in quei giorni, per il modo dissennato in cui furono condotti, ci restituirono in un solo colpo millenni di storia dimenticati. Tra i sassi franati di uno scavo ecco comparire improvvisamente un dolium, anfora-contenitore di epoca romana, alta circa un metro e larga alla bocca una ventina di centimetri e una sessantina al centro. Pur essendo stata ritrovata nei pressi di un'area facilmente perlustrabile dagli enti preposti, e quindi in particolare dalla Soprintendenza, nessuna iniziativa di indagine fu presa. Interrogata in merito, recentemente, la dottoressa Teresa Cinquantaquattro, responsabile dell'Ufficio Beni Archeologici di Avella, si è cercato di fare luce su questa vicenda. Ci è stato confermato che il ritrovamento ha riportato alla luce un oggetto risalente alla metà del I secolo a.C..

Questo a ribadire, in modo inconfutabile, l’origine romana di Forino. Il funzionario ha anche annunciato che, purtroppo, da parte della Soprintendenza non verranno effettuate altre ispezioni del sito, pur essendo evidente la sua importanza. L’unica occasione per poter procedere in una ricognizione della zona sarebbe quella di un sensibile interessamento dell’amministrazione comunale, oppure quella di reperire fondi privati attraverso una sponsorizzazione. Volevate un tesoro? Eccolo servito su un piatto d’argento! Là giace quella che molto probabilmente è un’antica villa rustica romana, che non sarà riportata alla luce. L’anello di congiunzione con tante altre occasioni mancate? Sicuro. Già qualche anno fa, in località Martignano, fu rinvenuta una tomba isolata e due urne di terracotta, ma, che fine hanno fatto quei reperti? Così come quei reperti, la cui scoperta non fu mai confermata ufficialmente, trovati all'inizio degli anni '80 in via Pezze? Così come la necropoli romana "seppellita" sotto il cemento nel 1957 a Petruro? Intanto, chi può, vada a visitare la Sala Consiliare del Comune di Forino, ad ammirare l'anfora, silenziosa testimone della nostra storia millenaria... domandandosi sempre quando la coscienza culturale forinese si risveglierà, unendo insieme quelle forze positive che possano dargli linfa vitale. Ecco, un’altra domanda che troverà risposte solo dal tempo.