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Palazzo Rossi |
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Questo
antico palazzo, posto nel Casale
Pozzo, ha origine probabilmente nel
XVIII secolo, anche se notizie in
proposito se ne hanno solo a partire
dal 1873, comparendo la sua pianta nel
rilievo al goniometro eseguito da
Girolamo Iacuzio. Ed in questo rilievo
si nota che, a differenza degli altri
fabbricati dove è indicata la
proprietà, si legge la dicitura
Ospedale. Quindi qualche anno
prima da quanto le precedenti cronache
storiche locali ci indicavano. E'
probabile, quindi, che Errico Rossi,
proprietario dello stabile, già prima
di donarlo ne abbia destinato il suo
uso ad una forma di assistenzialismo
all'avanguardia nell'epoca. Errico
Rossi, inoltre, fu presidente della
Congregazione di Carità di Forino
dal 1886 al 1890, dopo la donazione
alla stessa del fabbricato, avvenuta
con rogito del notaio Saccardo nel
1873. Una supposta variazione di
dimensioni del fabbricato formulata
dal Vespucci è da escludersi.
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I lavori
che vennero effettuati nel 1889
riguardarono la sistemazione interna e
la manutenzione dello stesso, in
quanto i rilievi aerei testimoniano la
mancanza di variazioni in estensione.
L'Ospedale nacque quindi per
iniziativa della Congregazione;
essendo amministratrice delle Opere
Pie Laicali, aveva provveduto a
vendere tra il 1871 e il 1873 alcuni
beni immobili appartenenti alla Chiesa
del SS Rosario, a quella di Santo
Stefano e alla Confraternita del SS
Nome di Dio, destinando parte del
ricavo all'istituzione "dell'Ospedale
pubblico per la cura dei malanni dei
poveri". Queste vendite furono
ritenute nulle dal Demanio dello Stato
nel 1879, provocando un dissesto nelle
casse della Congregazione. Veniamo
quindi a conoscenza che, nel 1881,
risulta un'istanza delle suore
appartenenti all'ordine delle
Figlie della Carità che chiedevano
al Sindaco l'aumento delle rette per
il ricovero dei poveri. Il consiglio
comunale deliberò l'aumento e dispose
il pagamento del contributo nella
misura di lire 135 annue. Quindi la
gestione dell'Ospedale era passata di
mano in quel lasso di tempo,
nonostante l'attività della
Congregazione continuasse a proseguire
per molti anni ancora. Asserire
comunque che si trattasse di un
ospedale vero e proprio e non si intendesse
più una sorta di
ostello, visto che l'attività primaria
delle Suore che lo gestivano era
l'assistenza ai poveri, non è un
azzardo. A favore
di questa ipotesi ci viene in soccorso
R. Villa con quanto enunciato nel
Dizionario di Storia Moderna Paravia.
Gli ordini ospedalieri nel mondo
cristiano, svilupparono istituzioni
connesse ai conventi, mentre si
organizzavano i primi luoghi per
ricoveri di malati contagiosi o
abbandonati. |
1873 |
2006 |
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Dal XV secolo i
lazzaretti accoglievano i
contagiosi, mentre gli ospedali erano
i luoghi degli incurabili. A Forino
sappiamo che il
Casale D'Amato,
ad esempio, nacque nel XVI secolo come
ricovero degli appestati curati dal
religioso braciglianese eponimo. Anche
l'antico fabbricato conosciuto come la
Masseria,
in seguito divenuto sede dei
Passionisti, era destinato a quello
scopo. Nel coacervo delle strutture
assistenziali, sovente rapidamente
decadute per aver prestato
indiscriminata accoglienza a chiunque
fosse bisognoso di carità, cominciò a
distinguersi la struttura di tipo
punitivo, per rieducare al lavoro, da
quella dedicata ai soli malati. In
effetti la confusione fra pellegrino,
povero bisognoso, deviante e malato
durò fino al dibattito sulla povertà
del XVI secolo. La secolarizzazione di
strutture ecclesiastiche, che spesso
erano anche male amministrate, avvenne
con la Riforma protestante, mentre la
Controriforma cattolica puntò su una
maggiore efficacia degli enti
ecclesiastici e caritativi il cui
ruolo rimase essenziale fino a tutto
il XIX secolo. In Italia una legge del
1890 attribuì il carattere di
pubbliche opere di assistenza agli
ospedali, laicizzandoli. La
Congregazione di Carità, comunque, nel
1889 istituì dandone sede nello
stabile, anche un asilo. Anche esso
venne gestito, unitamente ad una
scuola di ricamo dalle Figlie della
Carità. Mentre l'attività
ospedaliera ebbe termine nel 1919 e
quella della Congregazione nel 1937,
la presenza di queste suore si
protrasse a Forino sino al 1951,
quando essendo in età avanzata
rientrarono nella casa madre e furono
sostituite dalle Suore Immacolatine
di Lourdes. Di loro è ancora vivo
il ricordo, anche perché continuarono
le attività svolte dal precedente
ordine sino a
pochi anni fa, prima di abbandonarlo
per trasferirsi a Contrada. Il terremoto del 1980
dissestò l'edificio che venne
dichiarato inagibile. Venne comunque
installato nel giardino del convento,
nel febbraio del 1981, un
prefabbricato che consentì riparo alle
suore e continuità dell'attività. I
lavori di ricostruzione del fabbricato
ebbero inizio nella seconda metà degli
anni '90 per terminare pochi anni fa,
restituendoci un palazzo snaturato nel
suo aspetto interno in nome di una
supposta funzionalità. A proposito di
questo, oltre a dover segnalare la
scomparsa della pregevole scalinata in
pietra, sacrificata per ospitare un
ascensore, c'è da rimarcare anche la
rimozione della targa in marmo, posta
sulla facciata esterna, che ricordava
l'anfitrione Enrico Rossi. Gli unici
elementi che ci ricordano il passato,
una parte del pavimento in pietra, la
fontana e la statua della Madonna
Immacolata installata nel giardino
nell'aprile del 1959. Tuttora il
palazzo è in
attesa di una sua destinazione d'uso,
e il pericolo di un nuovo degrado è
come una spada di Damocle sulla sua
testa. |
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