Palazzo Rossi

Palazzo Rossi (1994)

Questo antico palazzo, posto nel Casale Pozzo, ha origine probabilmente nel XVIII secolo, anche se notizie in proposito se ne hanno solo a partire dal 1873, comparendo la sua pianta nel rilievo al goniometro eseguito da Girolamo Iacuzio. Ed in questo rilievo si nota che, a differenza degli altri fabbricati dove è indicata la proprietà, si legge la dicitura Ospedale. Quindi qualche anno prima da quanto le precedenti cronache storiche locali ci indicavano. E' probabile, quindi, che Errico Rossi, proprietario dello stabile, già prima di donarlo ne abbia destinato il suo uso ad una forma di assistenzialismo all'avanguardia nell'epoca. Errico Rossi, inoltre, fu presidente della Congregazione di Carità di Forino dal 1886 al 1890, dopo la donazione alla stessa del fabbricato, avvenuta con rogito del notaio Saccardo nel 1873. Una supposta variazione di dimensioni del fabbricato formulata dal Vespucci è da escludersi.

I lavori che vennero effettuati nel 1889 riguardarono la sistemazione interna e la manutenzione dello stesso, in quanto i rilievi aerei testimoniano la mancanza di variazioni in estensione. L'Ospedale nacque quindi per iniziativa della Congregazione; essendo amministratrice delle Opere Pie Laicali, aveva provveduto a vendere tra il 1871 e il 1873 alcuni beni immobili appartenenti alla Chiesa del SS Rosario, a quella di Santo Stefano e alla Confraternita del SS Nome di Dio, destinando parte del ricavo all'istituzione "dell'Ospedale pubblico per la cura dei malanni dei poveri". Queste vendite furono ritenute nulle dal Demanio dello Stato nel 1879, provocando un dissesto nelle casse della Congregazione. Veniamo quindi a conoscenza che, nel 1881, risulta un'istanza delle suore appartenenti all'ordine delle Figlie della Carità che chiedevano al Sindaco l'aumento delle rette per il ricovero dei poveri. Il consiglio comunale deliberò l'aumento e dispose il pagamento del contributo nella misura di lire 135 annue. Quindi la gestione dell'Ospedale era passata di mano in quel lasso di tempo, nonostante l'attività della Congregazione continuasse a proseguire per molti anni ancora. Asserire comunque che si trattasse di un ospedale vero e proprio e non si intendesse più una sorta di ostello, visto che l'attività primaria delle Suore che lo gestivano era l'assistenza ai poveri, non è un azzardo. A favore di questa ipotesi ci viene in soccorso R. Villa con quanto enunciato nel Dizionario di Storia Moderna Paravia. Gli ordini ospedalieri nel mondo cristiano, svilupparono istituzioni connesse ai conventi, mentre si organizzavano i primi luoghi per ricoveri di malati contagiosi o abbandonati.


1873


2006

Dal XV secolo i lazzaretti accoglievano i contagiosi, mentre gli ospedali erano i luoghi degli incurabili. A Forino sappiamo che il Casale D'Amato, ad esempio, nacque nel XVI secolo come ricovero degli appestati curati dal religioso braciglianese eponimo. Anche l'antico fabbricato conosciuto come la Masseria, in seguito divenuto sede dei Passionisti, era destinato a quello scopo. Nel coacervo delle strutture assistenziali, sovente rapidamente decadute per aver prestato indiscriminata accoglienza a chiunque fosse bisognoso di carità, cominciò a distinguersi la struttura di tipo punitivo, per rieducare al lavoro, da quella dedicata ai soli malati. In effetti la confusione fra pellegrino, povero bisognoso, deviante e malato durò fino al dibattito sulla povertà del XVI secolo. La secolarizzazione di strutture ecclesiastiche, che spesso erano anche male amministrate, avvenne con la Riforma protestante, mentre la Controriforma cattolica puntò su una maggiore efficacia degli enti ecclesiastici e caritativi il cui ruolo rimase essenziale fino a tutto il XIX secolo. In Italia una legge del 1890 attribuì il carattere di pubbliche opere di assistenza agli ospedali, laicizzandoli. La Congregazione di Carità, comunque, nel 1889 istituì dandone sede nello stabile, anche un asilo. Anche esso venne gestito, unitamente ad una scuola di ricamo dalle Figlie della Carità. Mentre l'attività ospedaliera ebbe termine nel 1919 e quella della Congregazione nel 1937, la presenza di queste suore si protrasse a Forino sino al 1951, quando essendo in età avanzata rientrarono nella casa madre e furono sostituite dalle Suore Immacolatine di Lourdes. Di loro è ancora vivo il ricordo, anche perché continuarono le attività svolte dal precedente ordine sino a pochi anni fa, prima di abbandonarlo per trasferirsi a Contrada. Il terremoto del 1980 dissestò l'edificio che venne dichiarato inagibile. Venne comunque installato nel giardino del convento, nel febbraio del 1981, un prefabbricato che consentì riparo alle suore e continuità dell'attività. I lavori di ricostruzione del fabbricato ebbero inizio nella seconda metà degli anni '90 per terminare pochi anni fa, restituendoci un palazzo snaturato nel suo aspetto interno in nome di una supposta funzionalità. A proposito di questo, oltre a dover segnalare la scomparsa della pregevole scalinata in pietra, sacrificata per ospitare un ascensore, c'è da rimarcare anche la rimozione della targa in marmo, posta sulla facciata esterna, che ricordava l'anfitrione Enrico Rossi. Gli unici elementi che ci ricordano il passato, una parte del pavimento in pietra, la fontana e la statua della Madonna Immacolata installata nel giardino nell'aprile del 1959. Tuttora il palazzo è in attesa di una sua destinazione d'uso, e il pericolo di un nuovo degrado è come una spada di Damocle sulla sua testa.

Palazzo Rossi prima della ristrutturazione (1998)
Palazzo Rossi (2006)
Palazzo Rossi (2006)